Mi piacerebbe poter telefonare al famoso, anzi
famosissimo, signor Pelè, in Brasile, per dirgli quello che penso da moltissimo
tempo! Ed è che a tantissima gente, forse molta di più di quanto lui immagini e
di quanto i media ne scrivano del cosiddetto sport chiamato calcio, non gliene
importa niente! A me, poi, meno che niente.
So che questa confessione non mi aiuterà a trovare amici.
A volte, e magari spesso, meglio soli! Ora scandalizzerò qualcuno! L’attuale
gioco del calcio, chiamato anche “sport”, sta per me allo sport come i Beattles
stanno a Beethoven! Il calcio è uno
spettacolo, spesso poco edificante, di massa! Lo sport, quello vero, è stato
contaminato dal piacere e dallo scommettere sugli esiti della competizione! E’,
secondo me, sport, quando uno
gareggia per superare se stesso e non per battere gli altri! Per dare tali spettacoli molti governi
trascurano di risolvere i bisogni più elementari dei loro elettori. Ad esempio,
costruendo stadi fantascientifici ed organizzando faraoniche rassegne mondiali
di tali spettacoli.
I nostri bravi ed antichi romani, che avevano già capito
tutto, dicevano “panem et circenses” e non “ circenses et panem” : prima
sfamare la gente e poi offrirle
divertimento. Il calcio è, solo secondo me, uno sport quando chi lo pratica lo
fa per divertirsi. Quando, invece, lo fa per essere applaudito e per guadagnare somme favolose, sia investendoci che recitandoci, è
solo spettacolo. Un giovane, assai giovane, poco più che ventenne, nostro
concittadino, ottimo attore protagonista di questo spettacolo, viene retribuito
con 4 milioni di euro all’anno. Più naturalmente, qualche spicciolo: diecimila
euro al giorno!
Ovviamente, onore a lui, ed alla fortuna della sua vita!
Interi quartieri di grandi e rinomate città sono chiamati
“favelas”. Quante “favelas” potrebbero essere abbattute ed al loro posto
costruiti quartieri umanamente abitabili, con scuole, ospedali e via sognando?
Poi dice che la gente s’incazza! La cronaca di questi giorni racconta, con
esattamente queste parole “ … ed alla fine c’è scappato il morto”. Come
“scappato”? E poi, sembra che non sia uno solo ad aver preso “la fuga”. Forse
volevano dire che esseri umani sono
stati uccisi, hanno perso la vita, perché manifestavano per avere un po’ di
giustizia?! Un po’ più di “panem” e magari meno “ circenses”. Senza che altri
uomini, in divisa di Stato, sparino loro per questo motivo!
Dice, che lo si fa per la difesa dello sport. Come quella
di far rischiare la vita a militari, addetti a ben altri compiti, per impedire
che alcuni “poveretti” nelle platee di questi spettacoli, chiamati “stadi”, si
scazzottino di santa ragione. Io li lascerei darsele! Invece schierano
l’esercito in assetto di guerra, intorno a questi teatri.
Einstein aveva ragione nel credere alla infinita
stupidità umana!
Allora, caro signor Pelè, vuol ancora tentare di sedare
gli animi, oppure come le hanno consigliato, occuparsi di poesia, standosene
zitto! E voi, continuerete a chiamarlo “sport”?