sabato 28 settembre 2013

Anch'io, anch'io....



voglio dire la mia! Come su cosa? Ma, sulla pubblicità, naturalmente! Sul caos scatenato da una sacrosanta osservazione del Presidente della Camera! Dicevano, una volta, si trattasse dell’anima del .commercio. Già, per me, che ho dubbi profondi sull’esistenza dell’anima, è difficile accettare che persino il commercio ne abbia una! Intanto, mi sia permesso esprimere un bel grazie al Presidente  Signora Boldrini! Non so cosa succede negli altri Paesi del mondo, vedo solo cosa succede qui. Televisamente parlando, due sono le cose più viste:  pistole e cosce/tette di belle fanciulle. Delle prime, sono per l’abolizione, delle seconde formulerei una sola espressione: avercene! Al posto giusto e nel momento giusto, per loro deliberata scelta, nei miei confronti! Invece sono usate peggio del prezzemolo. Prendiamo ad esempio, l’Assessorato alla Cultura della capitale di un Regione famosa nel mondo per la sua incredibile collezione di frutti della cultura. Una a caso: Firenze! Vi si celebrano i 700 anni di Giovanni Boccaccio. Cosa di meglio che pensare ad un gigantesco manifesto che fotografa  quattro o cinque ragazze in mutande, belline e con una di loro  che ha gli occhiali da vista. Che, come si sa, fanno tanto intellettuale anche se in mutande! L’unico che non avrebbe trovato stupida ed ignorante  questa identificazione, forse, sarebbe stato il Boccaccio, che di ragazze in mutande, per di più con gli occhiali, ne vedeva pochine! So perfettamente che i pubblicitari dicono di seguire i gusti della gente. Raramente imitano il surreale “ Chi manga la mela è …” Di cui non se ne capisce il messaggio, e nonostante ciò la Vespa della Piaggio si vende lo stesso! C’è poi chi si diverte a “ epater le bourgois”, con immagini e frasi falsamente scandalistiche, la cui cretineria è normalmente abissale. L’importante è che se ne parli! Che il prodotto sia usabile o  commestibile non importa a nessuno! C’è poi la pretesa che la pubblicità educhi ed indirizzi  i consumi.
Credo che il film s’intitolasse “ Accadde una notte”. Regia di Frank Capra, 1934, il primo ad ottenere cinque Oscar! I protagonisti, Clark Gable e Claudette Colbert. Lui fa il giornalista pubblicitario per una stazione radio. Dopo le  avventure notturne torna in ufficio. Interpella la sua segretaria, chiedendo il suo parere su uno spot radiofonico. Lei, una signora di mezza età, con le  mezze maniche nere, risponde che non ascolta mai la pubblicità ed in ogni caso non compra mai quello che viene pubblicizzato!
Che a volte, la pubblicità ridicolizzi il presente dando una immagine falsa della realtà è indiscutibile. Che poi sia l’anima del commercio, a parte che esista o no l’anima, è un’invenzione dei pubblicitari per giustificare la qualunque originalità propongano alla clientela ed a se stessi. Ciò nonostante Boccaccio resta sempre un grande!


giovedì 26 settembre 2013

Riusciranno i nostri eroi ….

L’impresa appare a prima vista “impressionante”. Per certo si tratta di una epidemia che dilaga sempre con maggior veemenza, colpendo indiscriminatamente uomini, donne, di ogni età e forse anche bambini. I sintomi di questa incredibile vicenda che colpisce l’umanità … per ora ne abbiamo notizie solo dal genere umano, ma non è detta l’ultima parola. Insomma questo male disorienta e distoglie l’umanità invitando tutti a percorrere le strade più tortuose per cercare di evitarne le piaghe più dolorose. Ne ho sentito parlare persino da un allenatore di una famosa squadra di miliardari ragazzi che tirano calci ad un pallone! Ed ho trovato questa dichiarazione sorprendente rispetto alle solite e secolari elucubrazioni filosofiche di questa categoria di umani. Passi, mi sono detto, che sia stato un poeta, un artista, un ragioniere, una giovane attrice ad esprimersi con tanta profondità. Quest’ultima in quell’occasione dichiarava anche che guadagnava di più stando a letto che fare piccole parti nelle fiction … Ma sentire denunciare questa malattia anche da un politico di razza, (dicesi razza per dire grande esperienza) mi ha sconvolto. Bene. Tutti questi esseri viventi, qualunque cosa facciano, lo fanno … “per ritrovare se stessi!” Questa, la terribile, epidemica, perdita! Oh, dove si sono persi? Tutti, ma dico proprio tutti, impegnati in questa spasmodica ricerca di se stessi! Ne sono impressionato! Ognuno, piccolo medio o grande … si è perso! Suggerire loro di guardarsi allo specchio e, se del caso, darsi un buon giorno, presentandosi a se stessi .. del tipo “ Salve caro mio, sì, non t’impressionare, ma sarò io per il resto della mia vita!”
Mi domando: ma sarà vera, questa notizia? Di questa perdita e di questa  necessaria ricerca di se stessi. Oppure è la solita bufala, messa in giro per vendere una sciarpa con su scritta una qualunque fregnaccia, che però t’identifica in qualche modo e maniera? Come quelli che girano con la marca delle mutande fuori dai pantaloni.
Ma! Allora, riusciranno i nostri eroi in questa ciclopica impresa di riuscire a capire chi sono e, magari, perché ci sono?!
Forse, dico forse, basterebbe accettare con gioia ciò che sembriamo essere, almeno a noi stessi. Che poi, se ad uno capitasse la disgrazia di vedersi realmente com’è, chi potrebbe descrivere la sua tragedia!?










venerdì 20 settembre 2013

da Bellone a Lucrezio per conoscere

Da Lucrezio a Bellone

Di Enrico Bellone lessi tempo addietro un interessante libro dal titolo “ Qualcosa la fuori …”
Di Enrico Bellone, storico della scienza e brillante divulgatore scientifico, morto da pochi mesi, la "Domenica de Il Sole24ore", pubblicò una recensione di questo suo ultimo libro. Vi si accennava alla  sua visione scientifica, e forse, un po’ fantastica della nostra realtà di tutti i giorni. Una realtà fisica che secondo quanto ne stavo capendo, non esisteva così come noi la catalogavamo. Era solo stato nel corso dei miliardi di anni che l’uomo si era abituato a dare volto e nomi alle cose della sua vita. L’albero non era un albero ma un vorticoso insieme di atomi che … salvo, pensavo, che battendoci la testa! Mi chiedevo se tra questa descrizione della realtà e la cosiddetta “maya”, cioè apparenza, della cultura indù non ci fosse una particolare affinità. Mentre dentro di me giustificavo Bellone, pensando che per lui fosse, in virtù della sua scienza, giusto definire così la realtà, mi domandavo dove, oltre che nelle mie letture intorno all’induismo, io avessi mai letto qualcosa del genere.
Capita, almeno a me, d riprendere in mano libri già letti e ri-letti, considerandoli delle testimonianze irrinunciabili del progresso filosofico-scientifico della nostra cultura. Tra l’altro il “De rerum natura” non è posizionato tra gli altri libri nella mia piccola libreria, ma fa sempre bella mostra di se sul mio scrittoio. Nel V libro del “De rerum natura”, Tito Lucrezio Caro ( par.430 in avanti, pag 283 ed.Garzanti 1994) dice in termini poetici esattamente la stessa cosa, che Bellone sostiene in termini scientifici!! Anzi pochi versi prima avverte Memmio, il suo forse immaginario interlocutore, che gli dirà alcune cose che lui “religione refrenatus” cioè “ inceppato dalla religione” stenterà a credere!

Ho subito rivolto un grazie a Poggio Bracciolini  che nel 1417 scoprì in un monastero, forse in Germania, questo meravigliosa testo. Molti commentatori  navigano con Lucrezio intorno alla filosofia di Epicuro. Alla ricerca dell’origine del pensiero di Lucrezio, andando così a giustificare il suo presunto suicidio, pare, nel 55 a.C. 
Oggi, senza storicizzarlo, io leggo questo testo con la stessa meraviglia con cui mi avvicino alle notizie delle più recenti scoperte scientifiche. La ricerca filosofica, libera da sceneggiature e scenografie di una banale supponenza, è la madre di tutte le ricerche scientifiche, che portano all’uomo libertà di sapere e quindi di conoscere.  

giovedì 19 settembre 2013

Un po' di politica ... alla Cavalcanti!

S'io fossi foco ...o almeno riso!

Cavalcanti avrebbe bruciato il mondo, se poi fosse stato acqua l'avrebbe sommerso ... ed era qualche anno fa! Oggi, s'io fossi ... in grado di ridere, lo avvolgerei in una colossale risata! Il signor Epifani, che non è parente della Befana, commenta, inutilmente e banalmente, con aria guerresca e battagliera la fine di un clown. Povero clown! A me ha fatto, con tutta la mia più colossale antipatia, una certa pena, una sicura tristezza ed anche una piccola delusione. La delusione: mi aspettavo che dopo le grida di viva l'Italia, vvia gli italiani, dicesse anche viva gli italiani che guardano mediaset! Alla fine si è dimenticato di celebrare il proprio pane. Capita a chi ha completamente perso, sempre che l'abbia mai avuto, il senso di una realtà collettiva,
 " leggermente dissonante" con la propria! Poi mi ha fatto anche pena perché con tutto il patrimonio che ha speso per la sua vanità e la sua difesa e le sue non-idee, è contornato da personaggi dei quali mi pare impossibile pensare che possano credere in quello che dicono. Tutti scafatissimi attori. L'altra sera, dopo il comico Crozza, ho ascoltato con estetico piacere la signora Carfagna. Certamente un bell'essere umano! Da vedersi e da ascoltarsi perché parla bene, in un buon italiano. Domandarmi se questa signora crede in quello che dice non lo faccio perché non voglio mettere in dubbio la sua intelligenza e la sua capacità interpretativa di un copione in cui non c'è scritto nulla: con una piccola critica, la assoluta mancanza di educazione nel continuare ad interrompere gli interventi dei suoi interlocutori. Per altro, in questo, è brava esecutrice di una sceneggiatura ben memorizzata. Non è solo la mia mano destra ad essere triste .. lo è anche la mano sinistra. ( quella con cui vado a votare) Con questa mano vorrei dare nel mio piccolo un consiglio nientemeno che al Presidente, appunto, del Consiglio. Io, pensate voi, se fossi al suo posto, rassegnerei le dimissioni del governo. Giusto per mandare a casa quegli alleati che in difesa dell'indefendibile, sparano a zero contro lo Stato. Le elezioni? Bene: qualunque cosa accada, che accada. Se il Mondo ci piglia per il culo, lo faccia pure. Tanto più che trovare al mondo un Paese che abbia la faccia al posto della faccia ed il culo al posto del culo, non è facile! Ma sedermi accanto a quell' Homo ridens, come il suo vice, ed avere a che fare con il resto di tutta quella troupe televisiva da pessima fiction, deve essere profondamente avvilente. Se poi gli Italiani votano nuovamente per Grillo, Verdini, Garfagna, D'Alema, Bondi, Bersani e compagnia..... Be, se la sono voluta loro! In fondo ci abbiamo messo vent'anni per capire cosa fosse il fascismo, il comunismo e tutti gli altri ismi, mettendo sul piatto milioni di morti. 
La soluzione? Una sola, proseguire sulla strada della democrazia, passo dopo passo, cercando ed accettando meno compromessi e più lealtà, almeno con se stessi. Ma, s'io fossi riso ....Amen!

martedì 17 settembre 2013

Leggero per troppa profondità

Nel quadro dello splendido Stabilimento Tettuccio, di Montecatini, in una conversazione con gli ospiti delle Terme, giorni fa, ho presentato il mio ultimo libro dal titolo “ Leggero per troppa profondità”. Dopo avere editato raccolte di racconti un po’ strani e di riflessioni sulla vita, mi sono cimentato nello scrivere un romanzo per narrare la vita di un uomo, dal suo essere ragazzo fino alla maturità ed alla vecchiaia. Ho sviluppato la narrazione tentando una strada, per me, nuova. Ogni personaggio si racconta in prima persona, parlando di se in seconda ed in terza persona! Forse come fa ognuno di noi quando parla, tra se e se, di se stesso! La vita di Carlo Barraco, i suoi due Amori, la dolcezza per i suoi figli, i suoi innamoramenti; raccontati, questi, senza falsi pudori, nella loro naturalezza, direi, descritti come pane al pane e vino al vino, suggerito, emozionato e supportato da quanto scrisse Michel de Montaigne, al’inizio nel terzo libro del suo “Les Essais”. Riporto brevemente, a questo proposito, nella prima pagina del mio “ Leggero per troppa profondità” quanto scrisse Montaigne - solo per ricordarvelo - intorno al 1570! Praticamente per vivacità ed attualità sembra scritto domani! Carlo Barraco racconta come nella sua vita insegue l’attaccamento e l’affermazione nel lavoro, la delusione sulle sue scelte universitarie, qual è il suo pensiero guida e come affronta gli ostacoli che gli si oppongono al suo divenire. Naturalmente egli vive ed ama, passando dalla curiosità adolescenziale per “ l’altra metà del cielo”, le prime ragazze della sua vita, fino a riconoscere che la donna è, in realtà, tutto “ il cielo stellato sopra di lui”. Guardando così tra le stelle, anzi credendo che le stelle ogni tanto si accorgano di lui e … soggiacendo piacevolmente ai loro sguardi, non ha pudore a definire se stesso con troppa leggerezza! Mentre affida alla sua curiosità, alle sue letture che spaziano nel tempo ed in tante culture, il tentativo di scoprire l’essenza dei perché della realtà. 
 Una prima lettura del libro è visibile su “anteprima libri” sui mio blog.

domenica 15 settembre 2013

Leggere per sapere. Lo Scimmiotto Consapevole del vuoto

“Viaggio in occidente” è uno dei più fantastici libri che ci sia dato di leggere! Scritto nella seconda metà del XVI secolo, verso il 1570. Coevo del  “Les essais” di Montaigne, tanto per intenderci, anticipando di qualche anno il Don Chisciotte, e, coevo questo scrittore, del nostro grande Giordano Bruno. L’autore è Wu Cheng’En, che scrive in un cinese parlato, allora, di facile lettura. Sto rileggendo questo “ romanzo” per la terza o quarta volta e vi scopro sempre cose talmente nuove da farmi pensare di star per leggerlo per la prima volta. In Italia è edito da Rizzoli, a cura di Serafino Balduzzi. A lui e alla Rizzoli, tutto il mio grazie! La storia non è semplice e la trama assolutamente tanto intricata quanto divertente. Nel ri-leggerlo mi sovviene un incontro di poco tempo fa con un alto dirigente di una emergente società che aveva deciso di partire alla conquista della Cina. La sua conoscenza di questo mondo era talmente nulla che mi fece pensare che questo signore non sapesse neppure dove fosse geograficamente la Cina. Partì con tutta la sua protervia e ritornò … senza pive e senza sacco! Questo romanzo apre uno straordinario palcoscenico su cui si rappresenta, nella sua totalità, la laicità di questo popolo che è, secondo me, talmente profonda da poter essere considerata una religione! In sostanza il “Viaggio in occidente” narra della volontà del Buddha di far conoscere ai popoli occidentali ignoranti, guerrafondai e senza legge, cosa siano quei pensieri che possono far vivere felici gli uomini! Lui di queste leggi ne ha “ tre panieri di scritture veridiche che insegnerebbero a quella gente a praticare il bene” Tre panieri! L’umorismo, la vivacità creativa della scrittura è incredibile! Il romanzo è popolato di mostri, di draghi, di guerrieri, di regni sopra e sotto la terra. In un alternarsi di scene movimentatissime di cui è protagonista una scimmia! Anzi uno scimmiotto, il cui nome religioso è Scimmiotto Consapevole del Vuoto! Le prime 200 pagine, circa, in cui la storia si muove solo per far nascere nella mente dell’Imperatore di Giada, massimo sapiente Taoista, il bisogno di conoscere cosa c’è in questo paniere. Da una prima relazione si viene a sapere che il buddhismo è: “ una legge che ignora i rapporti tra sovrano e popolo, come tra padre e figlio e con le sue teorie allontana i semplici di spirito dalla tre strade e dai sei cammini. Esso si appoggia su sbagli del passato, in attesa di felicità che dovrebbe venire dal futuro. Chi passa il tempo a salmodiare in sanscrito non ha voglia di lavorare. Ma se vita, morte e longevità dipendono dalla natura … premi, castighi, onori e dignità dipendono invece dalla volontà degli uomini …!” Vi dice nulla questa presentazione del buddhismo, che naturalmente continua per alcune righe su questo tono! La storia narra delle mille avventure di Scimmiotto Consapevole del Vuoto che fa da scorta ad un gracile sacerdote taoista, fino al monastero dove sono conservati i tre paniere. La fine del romanzo, dopo ben 1154 pagine, si conclude con la scomparsa di un cerchio d’oro ( l’ignoranza, come la più terribile delle armi) che serrava dolorosamente la testa di Scimmiotto e lo libera nella conoscenza della verità buddhista.
Un leggere spiritoso, profondo, pieno di metafore irridenti a tutte quelle forme di pensiero religioso o meno, quelle che affondano la ricerca della verità nella esplorazione della più trita tradizione. Bisogna leggere per sapere. Secondo me anche per capire cosa ci sia, o potrebbe esserci, di bello in noi!


mercoledì 11 settembre 2013

Leonardo Boff e la pace






Sono disorientato!

Ma, ho sentito bene?! La Chiesa Cattolica si è accorta che le guerre non avvengono mai per risolvere i problemi dei popoli, ma per favorire il commercio delle armi! E sotto sotto per impadronirsi dei tesori degli altri. Finito il petrolio e l’uranio le prossime guerre saranno per l’acqua! Tra l’altro non vedo una gran differenza tra commercio di armi legale e illegale. Sarò io che sono mezzo orbo! Per di più ci viene detto che questi massacri avvengono in un mondo creato per noi,umani, ad immagine e somiglianza del Creatore … Da un lato la presunzione umana di credersi somiglianti con il Creatore e, dall’altro, è mai possibile che una creazione sia così mostruosamente poco somigliante a chi la produce?! Almeno, speriamolo!
La attuale e trascorsa visione che di questa Terra ci viene suggerita dalla diverse fedi religiose è spesso terribilmente infantile e negatrice di qualsiasi intelligenza. Tant'è che quest'ultima è esclusa dal credere. Forse non aveva del tutto torto il buon Marx, che non era un parente  dei più divertenti Fratelli Marx, quando ne parlava descrivendole come produttrici di ottundimento per i popoli. Ho letto su Domenica de Il Sole24ore di domenica scorsa un articolo di Leonardo Boff. A dir poco lui ha, secondo me, una visione straordinaria del messaggio di Cristo, visto non in una definizione appartenente ad una impossibile tradizione, ma visto con una visione futura di rara capacità produttiva! Nel senso che un simile pensare stimola a lavorare per il bene dell’umanità, senza  andare a rovistare nei cassetti della lettura di una tradizione, che a dir poco scontenta e non costruisce un bel niente, nella quale è stupido andare a cercare la verità. Tanto meno la pace. Ho letto, anni fa di Boff, il suo saggio sulla Teoria della Liberazione e mi domando il perché la Chiesa Cattolica non apre un dialogo con Boff, invece di ridurlo al silenzio e costringerlo poi ad altre scelte di vita, per altro, più che naturali.

Una domanda pleonastica, di cui conosco perfettamente la risposta!

sabato 7 settembre 2013

Farsi i fatti propri! oppure no?!

I fatti propri. Farseli!

Questo pensiero che viene attribuito arbitrariamente al buon senso, mi sta odioso! Lo paragono a quello che fanno le cellule tumorali in un corpo sano. Loro si fanno i fatti propri: crescono, si moltiplicano e, come risultato, uccidono chi le ospita. In più il buon senso non protesta, ne si propone di fare una rivoluzione mondiale per realizzare se stesso, nella sua schiettezza, talmente è sommerso da quella spazzatura che disobbedisce ad uno dei più fantastici suggerimenti mai dati al genere umano ” ama il tuo prossimo come te stesso”. La difficoltà sta nell’amarsi! Molti uomini non si amano, per la sola ragione che non hanno capito niente, ne di se stessi nel del proprio prossimo, che usano solo per arricchirsi!
I gas mortali! Una schifezza puzzolente che uccide tragicamente. Ma, sono loro e chi li fabbrica e li usa, il vero problema?
Scusami … ma te che c’entri? Bisogna sapere che quando un qualcuno inventò, secoli fa, il cannone, ci furono dei personaggi che s’indignarono, e si opposero al suo uso. Uccidere a distanza più uomini insieme, non era fare guerra in maniera cavalleresca! Ecco l’etica e la morale: fare la guerra ed uccidere va bene, va fatto con eleganza, con le divise in ordine, con le giuste bandiere e con gli inni nazionali diversamente è “ un orrendo crimine contro l’umanità”.
Adesso che ho scritto questo bel discorsino, “loro” si guarderanno negli occhi e decideranno di non fare più guerre.
No, non è meglio farsi i fatti propri! Perché i bambini, le donne, gli uomini e, perché no, anche i vecchini, che vengono uccisi, in nome di qualsiasi ragione guerresca è disumanità! Ragione che per altro in sostanza è sempre la stessa: “la tua ricchezza deve essere mia” Persino in nome della democrazia! Anche la democrazia non farà mai, come il buon senso, una rivoluzione. Allora, chiedo scusa, non digiuniamo! Mangiare, e fare tutto il resto, non c’entra niente. A volte è solo uno spettacolo che viene guardato da chi è seduto, cenando, a tavola! Possiamo pregare. In effetti abbiamo visto quanto interesse hanno suscitato, lassù, le nostre preghiere, dove sanno distinguere tra chi benedice, in nome loro, i carri armati e chi ne muore. Sempre che siano in ascolto!
Occupiamocene, tutti!
 E se qualcuno dice che non sono fatti nostri, invitiamolo a cambiare pianeta, e se gli riesce, persino costellazione, augurandogli di cuore di evitare i buchi neri.
Occupiamocene, tutti.

Siamo in democrazia, dando il voto a chi dice la verità sia su basi storiche che umane, perché nessun umano possa mai più arrogarsi il diritto di uccidere un suo simile. Ripeto, da sempre, un pensiero di Roger Garaudy, che trovo risolutivo: " la libertà è la presa di coscienza della propria appartenenza al tutto".

venerdì 6 settembre 2013

L’intervista

D: Desidero chiederle se lei è di sinistra o di destra?
R: Può ripetere, mi scusi, non ho capito la domanda.
D: Lei è favorevole alla politica dei partiti di destra od a quella dei partiti di sinistra.
R: Partito? Secondo me, questa parola è solo un participio passato del verbo partire.
D: Ma come! C’è il Partito delle Libertà e il Partito Democratico, ed altri!
R: Sa com’è, tra come si parte e cosa succede durante il viaggio, a volte cambiano le cose. Per cui è troppo facile dire “partito”.
D: Noto una voce di poca fiducia. Lei non ha fiducia nella politica?
R: Due parole difficili! Adoro chi fa politica! Sono persone straordinarie, salvo poche eccezioni.
D: Ironia?
R: Scherza? Nessuno come loro può permettersi di dire la qualunque e fare il contrario, di corrompere e farsi corrompere, di fare leggi e negarrne l'attuazione, di dire e negare di aver detto, di giurare su costituzioni che non hanno mai letto … e di fare tutto questo e tant’ altro, nello stesso momento, contemporaneamente!
D: Neppure nella democrazia, lei crede?!
R: Ci credo eccome! Così come credo che uno spermatozoo sia in grado di fecondare un ovulo e far nascere un nuovo umano! Ci saranno due genitori, un nuovo essere nascerà, crescerà … per ora siamo appena all’innamoramento tra i due futuri genitori.
D: Neppure fiducia nel futuro?
R: Ma perché? Cosa glielo fa pensare?! Le spiego: immagini un grande prato il collina, un enorme e felice massa di pecorelle con i loro montoni ed il loro agnellini. Hanno un pastore che le guida, dei cani che abbaiano e non mordono. Sono felici! Da sole,senza il pastore senza quei cani gentili morirebbero di fame. Certo, ogni tanto sono affrante per la vergogna di restare senza un pelo, tosate e denudate completamente. Ma poi il pelo ricresce a tutte, tranne  chi si trasforma da agnello in abbacchio, continuano a seguire il loro pastore. Nel futuro.
D: Proprio agnostico e scettico!
R: Ma perché? Amo la vita, il sole che illumina, la luna, l’acqua e persino l’umanità quando è il cielo stellato sopra di me! Amo innamorarmi ogni cinque minuti. Desidero vivere altri trecento anni per veder nascere questa bambina che chiameranno e sarà democrazia, senza aggettivi, e lo sarà di nome e  di fatto.
D: Trecento anni? E nel frattempo?
R.: Non smettiamo di farci domande! Invochiamo lo scandalo dei bambini morti in Siria senza dimenticare (cazzo, ma vi sembra possibile?) quelli morti in Congo, in Sudan e nel resto di questo porco  mondo! Aiutiamo ad arricchirsi Stati che negano qualsiasi libertà ai loro popoli in nome dello sviluppo economico, sosteniamo dittatori da tragedia, solo perché clienti di armigeri, neghiamo finanziamenti alla ricerca in medicina, nelle scienze in nome delle più assurde coglionerie, insomma ne facciamo di cotte e di crude, frequentiamo ed applaudiamo religioni che per la loro storia bisognerebbe inventarsi una nuova Norimberga, senza nemmeno chiederci il perché dall’Alto dei Cieli non interviene qualcuno e ci dice che è l’ora di farla finita di prenderlo in giro. ( volevo scrivere: per il culo!) Insomma., con calma, bruchiamo l’erba in attesa di essere gentilmente tosati e che ci ricresca il pelo! Continuando a belare, tranquilli. E che la gioia di vivere sia sempre con noi!










mercoledì 4 settembre 2013

A me fai tenerezza

Teneramente

Teneramente nel sorriso trovi
rifugio in me, lievemente le labbra
sfiorano le mie
è armonia sole, intelligente
volontà d’essere

Se ti pieghi a desiderare tenerezze
rapite anche per dolce prepotenza
è soggezione malvagia
dell’essere presa
come rinunciare al sé
annettere ad altri la colpa
del proprio piacere

Ai miei sguardi non innocenti,
poco comando. Non è offesa se il resto
è di ghiaccio
pronto a dissolversi

nelle tue labbra al sole

domenica 1 settembre 2013

Questo è il vero scihfo

Questo è il vero schifo


Governi  di immensi Stati di nascita cosiddetta socialista, difendono un dittatore che a definirlo fascista si insulta qualsiasi idealismo socio-politico. Questo piccolo uomo, lungo lungo dalla piccolissima testa, o qualche suo servo, con la complicità di chi ha venduto loro un’ arma più terribile di tante altre, uccide in un colpo solo 1426 di cui 430 bambini, suoi concittadini,  e ne ferisce altri  3500 . I suoi colleghi, uomini di altri governi, distinguono: uccidere con un colpo di fionda, se ti chiami David, è fortuna e bravura, soprattutto quando chi muore è  una tal Golia, un gigante cattivo; uccidere con un colpo di spada, è un duello che non sta  tanto bene, uccidere con un colpo di cannone … va bene … i morti sono un po’ di più, ma è la guerra; uccidere con una bomba atomica … dipende da chi vince la guerra; far morire 100.000 persone in una guerra civile, in un paio di anni … ma non si fa! Uccidere 1426 persone in un solo colpo con un’arma proibita è un “orribile crimine contro l’umanità” che come tale va punito severamente. Proibire una o due armi è considerato indispensabile. Uccidere di per sé … dipende dall’arma e dalla quantità di morti … e dallo sfruttamento economico delle risorse petrolifere che questi morti mettono in gioco. Uccidere una qualsiasi vita è questione di assuefatta abitudine: e questo è il vero schifo!