venerdì 20 settembre 2013

da Bellone a Lucrezio per conoscere

Da Lucrezio a Bellone

Di Enrico Bellone lessi tempo addietro un interessante libro dal titolo “ Qualcosa la fuori …”
Di Enrico Bellone, storico della scienza e brillante divulgatore scientifico, morto da pochi mesi, la "Domenica de Il Sole24ore", pubblicò una recensione di questo suo ultimo libro. Vi si accennava alla  sua visione scientifica, e forse, un po’ fantastica della nostra realtà di tutti i giorni. Una realtà fisica che secondo quanto ne stavo capendo, non esisteva così come noi la catalogavamo. Era solo stato nel corso dei miliardi di anni che l’uomo si era abituato a dare volto e nomi alle cose della sua vita. L’albero non era un albero ma un vorticoso insieme di atomi che … salvo, pensavo, che battendoci la testa! Mi chiedevo se tra questa descrizione della realtà e la cosiddetta “maya”, cioè apparenza, della cultura indù non ci fosse una particolare affinità. Mentre dentro di me giustificavo Bellone, pensando che per lui fosse, in virtù della sua scienza, giusto definire così la realtà, mi domandavo dove, oltre che nelle mie letture intorno all’induismo, io avessi mai letto qualcosa del genere.
Capita, almeno a me, d riprendere in mano libri già letti e ri-letti, considerandoli delle testimonianze irrinunciabili del progresso filosofico-scientifico della nostra cultura. Tra l’altro il “De rerum natura” non è posizionato tra gli altri libri nella mia piccola libreria, ma fa sempre bella mostra di se sul mio scrittoio. Nel V libro del “De rerum natura”, Tito Lucrezio Caro ( par.430 in avanti, pag 283 ed.Garzanti 1994) dice in termini poetici esattamente la stessa cosa, che Bellone sostiene in termini scientifici!! Anzi pochi versi prima avverte Memmio, il suo forse immaginario interlocutore, che gli dirà alcune cose che lui “religione refrenatus” cioè “ inceppato dalla religione” stenterà a credere!

Ho subito rivolto un grazie a Poggio Bracciolini  che nel 1417 scoprì in un monastero, forse in Germania, questo meravigliosa testo. Molti commentatori  navigano con Lucrezio intorno alla filosofia di Epicuro. Alla ricerca dell’origine del pensiero di Lucrezio, andando così a giustificare il suo presunto suicidio, pare, nel 55 a.C. 
Oggi, senza storicizzarlo, io leggo questo testo con la stessa meraviglia con cui mi avvicino alle notizie delle più recenti scoperte scientifiche. La ricerca filosofica, libera da sceneggiature e scenografie di una banale supponenza, è la madre di tutte le ricerche scientifiche, che portano all’uomo libertà di sapere e quindi di conoscere.  

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