domenica 15 settembre 2013

Leggere per sapere. Lo Scimmiotto Consapevole del vuoto

“Viaggio in occidente” è uno dei più fantastici libri che ci sia dato di leggere! Scritto nella seconda metà del XVI secolo, verso il 1570. Coevo del  “Les essais” di Montaigne, tanto per intenderci, anticipando di qualche anno il Don Chisciotte, e, coevo questo scrittore, del nostro grande Giordano Bruno. L’autore è Wu Cheng’En, che scrive in un cinese parlato, allora, di facile lettura. Sto rileggendo questo “ romanzo” per la terza o quarta volta e vi scopro sempre cose talmente nuove da farmi pensare di star per leggerlo per la prima volta. In Italia è edito da Rizzoli, a cura di Serafino Balduzzi. A lui e alla Rizzoli, tutto il mio grazie! La storia non è semplice e la trama assolutamente tanto intricata quanto divertente. Nel ri-leggerlo mi sovviene un incontro di poco tempo fa con un alto dirigente di una emergente società che aveva deciso di partire alla conquista della Cina. La sua conoscenza di questo mondo era talmente nulla che mi fece pensare che questo signore non sapesse neppure dove fosse geograficamente la Cina. Partì con tutta la sua protervia e ritornò … senza pive e senza sacco! Questo romanzo apre uno straordinario palcoscenico su cui si rappresenta, nella sua totalità, la laicità di questo popolo che è, secondo me, talmente profonda da poter essere considerata una religione! In sostanza il “Viaggio in occidente” narra della volontà del Buddha di far conoscere ai popoli occidentali ignoranti, guerrafondai e senza legge, cosa siano quei pensieri che possono far vivere felici gli uomini! Lui di queste leggi ne ha “ tre panieri di scritture veridiche che insegnerebbero a quella gente a praticare il bene” Tre panieri! L’umorismo, la vivacità creativa della scrittura è incredibile! Il romanzo è popolato di mostri, di draghi, di guerrieri, di regni sopra e sotto la terra. In un alternarsi di scene movimentatissime di cui è protagonista una scimmia! Anzi uno scimmiotto, il cui nome religioso è Scimmiotto Consapevole del Vuoto! Le prime 200 pagine, circa, in cui la storia si muove solo per far nascere nella mente dell’Imperatore di Giada, massimo sapiente Taoista, il bisogno di conoscere cosa c’è in questo paniere. Da una prima relazione si viene a sapere che il buddhismo è: “ una legge che ignora i rapporti tra sovrano e popolo, come tra padre e figlio e con le sue teorie allontana i semplici di spirito dalla tre strade e dai sei cammini. Esso si appoggia su sbagli del passato, in attesa di felicità che dovrebbe venire dal futuro. Chi passa il tempo a salmodiare in sanscrito non ha voglia di lavorare. Ma se vita, morte e longevità dipendono dalla natura … premi, castighi, onori e dignità dipendono invece dalla volontà degli uomini …!” Vi dice nulla questa presentazione del buddhismo, che naturalmente continua per alcune righe su questo tono! La storia narra delle mille avventure di Scimmiotto Consapevole del Vuoto che fa da scorta ad un gracile sacerdote taoista, fino al monastero dove sono conservati i tre paniere. La fine del romanzo, dopo ben 1154 pagine, si conclude con la scomparsa di un cerchio d’oro ( l’ignoranza, come la più terribile delle armi) che serrava dolorosamente la testa di Scimmiotto e lo libera nella conoscenza della verità buddhista.
Un leggere spiritoso, profondo, pieno di metafore irridenti a tutte quelle forme di pensiero religioso o meno, quelle che affondano la ricerca della verità nella esplorazione della più trita tradizione. Bisogna leggere per sapere. Secondo me anche per capire cosa ci sia, o potrebbe esserci, di bello in noi!


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