Leggere
per sapere. Lo Scimmiotto Consapevole del vuoto
“Viaggio
in occidente” è uno dei più fantastici libri che ci sia dato di leggere!
Scritto nella seconda metà del XVI secolo, verso il 1570. Coevo del “Les essais” di Montaigne, tanto per
intenderci, anticipando di qualche anno il Don Chisciotte, e, coevo questo
scrittore, del nostro grande Giordano Bruno. L’autore è Wu Cheng’En, che scrive
in un cinese parlato, allora, di facile lettura. Sto rileggendo questo “
romanzo” per la terza o quarta volta e vi scopro sempre cose talmente nuove da
farmi pensare di star per leggerlo per la prima volta. In Italia è edito da
Rizzoli, a cura di Serafino Balduzzi. A lui e alla Rizzoli, tutto il mio
grazie! La storia non è semplice e la trama assolutamente tanto intricata
quanto divertente. Nel ri-leggerlo mi sovviene un incontro di poco tempo fa con
un alto dirigente di una emergente società che aveva deciso di partire alla
conquista della Cina. La sua conoscenza di questo mondo era talmente nulla che
mi fece pensare che questo signore non sapesse neppure dove fosse
geograficamente la Cina. Partì con tutta la sua protervia e ritornò … senza
pive e senza sacco! Questo romanzo apre uno straordinario palcoscenico su cui
si rappresenta, nella sua totalità, la laicità di questo popolo che è, secondo me, talmente
profonda da poter essere considerata una religione! In sostanza il “Viaggio in
occidente” narra della volontà del Buddha di far conoscere ai popoli
occidentali ignoranti, guerrafondai e senza legge, cosa siano quei pensieri che
possono far vivere felici gli uomini! Lui di queste leggi ne ha “ tre panieri
di scritture veridiche che insegnerebbero a quella gente a praticare il bene” Tre
panieri! L’umorismo, la vivacità creativa della scrittura è incredibile! Il
romanzo è popolato di mostri, di draghi, di guerrieri, di regni sopra e sotto
la terra. In un alternarsi di scene movimentatissime di cui è protagonista una
scimmia! Anzi uno scimmiotto, il cui nome religioso è Scimmiotto Consapevole
del Vuoto! Le prime 200 pagine, circa, in cui la storia si muove solo per far
nascere nella mente dell’Imperatore di Giada, massimo sapiente Taoista, il
bisogno di conoscere cosa c’è in questo paniere. Da una prima relazione si
viene a sapere che il buddhismo è: “ una legge che ignora i rapporti tra
sovrano e popolo, come tra padre e figlio e con le sue teorie allontana i
semplici di spirito dalla tre strade e dai sei cammini. Esso si appoggia su
sbagli del passato, in attesa di felicità che dovrebbe venire dal futuro. Chi
passa il tempo a salmodiare in sanscrito non ha voglia di lavorare. Ma se vita,
morte e longevità dipendono dalla natura … premi, castighi, onori e dignità
dipendono invece dalla volontà degli uomini …!” Vi dice nulla questa
presentazione del buddhismo, che naturalmente continua per alcune righe su
questo tono! La storia narra delle mille avventure di Scimmiotto Consapevole
del Vuoto che fa da scorta ad un gracile sacerdote taoista, fino al monastero
dove sono conservati i tre paniere. La fine del romanzo, dopo ben 1154 pagine,
si conclude con la scomparsa di un cerchio d’oro ( l’ignoranza, come la più
terribile delle armi) che serrava dolorosamente la testa di Scimmiotto e lo
libera nella conoscenza della verità buddhista.
Un
leggere spiritoso, profondo, pieno di metafore irridenti a tutte quelle forme
di pensiero religioso o meno, quelle che affondano la ricerca della verità nella
esplorazione della più trita tradizione. Bisogna leggere per sapere. Secondo me
anche per capire cosa ci sia, o potrebbe esserci, di bello in noi!
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