giovedì 7 novembre 2013

Ma dove sei?!

Intanto, mi scusi! Sempre che lei mi ascolti, mi verrebbe più facile, nello scriverle, darle del “tu”! Posso?
Grazie! Procedo con il “tu” anche se, come al solito, osservo che non sento una tua risposta. Qui tutti, e dovunque, ti danno del “tu”. A me dispiace questa eccessiva confidenza con una persona di cui suppongo la non  esistenza! Almeno, che possa esistere in quel disegno classico con cui, nonostante le tante variazioni di colori e di abiti, da che mondo è mondo, tutti gli uomini ti descrivono e dipingono.
Potresti, se tu ci fossi e se tu fossi un po’ più attento, chiedermi il perché ti scrivo, visto che non credo nella tua esistenza. Domanda vanitosa che giudicherei intelligente ed appropriata!
Ed eccoti comunque la mia risposta. Ti scrivo perché mi sono rotto l’anima, sempre che anche quest’ultima dia notizie della sua esistenza! ( ma ne parliamo un’altra volta). Ritengo giusto che tu sappia, almeno da me che sono tra quelli che non credono in te ma che ti rispetterebbero se tu esistessi … che tu sappia, dicevo, che io, cittadino di questo mondo, che chiamiamo Terra, non ne posso più! Ed ecco di che …
Dei confini, dei confini tra territorio e territorio, che limitano la libertà solo agli uomini.
Della divisione tra i popoli, sia in base alla lingua, al colore della pelle, al luogo di nascita, alle svariate fedi che dicono di avere in te.
Di chi si arricchisce salendo, scalino dietro scalino, sulla testa dei propri simili.
Di quegli uomini che ammirano coloro che  salgono sulla loro testa, impoverendoli, ingabbiandoli in fedi incredibili, con ideali impossibili, scalino dietro scalino.
Di quegli uomini che, nascosti dietro la tua antica barba, ne combinano di tutti i colori, inducendo i più deboli a credere in tutto, a far commettere loro i delitti più nefandi, perché confidano nel tuo perdono e misericordia.
Dei vecchi e dei giovani, di questo barbaro computo del tempo che discrimina e divide in fette questa meravigliosa torta della natura, impedendo i giovani ai vecchi e viceversa.
Degli uomini che sono cacciatori e delle donne che sono selvaggina; della divisione in forti e deboli; della divisione in maschi e femmine: diritti, doveri, sessualità, ecc. ecc; di chi  è dichiarato santo e di chi ci crede, sperando di diventarlo; infine in chi tortura e stupra questa Terra!
Di coloro che sostengono, guardandosi in uno specchio, che tu ci hai creati a tua immagine e somiglianza! Sperando, per te, che non sia vero!
Ora, se tu fossi chi dicono tu sia, mi dici cosa fai? Ti stai divertendo snocciolando questa tragica commedia umana, standotene seduto comodamente in poltrona, magari sgranocchiando del pop-corn, senza che ti venga voglia di cambiar canale!?
Oppure, non esistendo come io sostengo, o magari non essendoci come ti descrivono, lo scriverti e rivolgersi a te per una soluzione, è inutile?
Se fossimo noi a cambiare l’immagine che abbiamo di te, forse, potremmo cambiare anche la visione e la conduzione della nostra vita. Così non ci arroghiamo la sciocca idea di  somigliarti!

Credo che noi si sia un concentrato casuale di elementi presenti ovunque in questo universo;  degli altri universi, forse, ma non è dato supporre! Sarebbe molto poetico dare, senza paraventi di nessuno tipo, dare, dicevo, a questo universo il tuo nome e considerare te e noi solamente come parte di esso. Al di là di qualsiasi bene e di qualsiasi male. Comunque sia, per educazione, ti saluto!

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