Scorro rapidamente e
volentieri, spesso con divertimento, quanto, di testi e di foto, viene
pubblicato su fb. Appare, secondo me, un
mondo pieno di tanti interessi, di tanta voglia di presentarsi sia come
pensiero, che come immagine. Sinceramente trovo che fb sia un veicolo
formidabile di comunicazione. In alcuni casi, quelli troppo personali e legati
al proprio ambito di conoscenze ed anche di parentele, illustrano un vivere
giovane e sufficientemente sereno, nonostante le passioni e le tragedie che
attraversano tante vite. Le valutazioni del momento politico in cui viviamo,
lettura consigliabile a tutti coloro che di politica si occupano, sono dure e
spietate, e molto realistiche; c’è solo
da augurarsi che al momento di dire pubblicamente la propria (il voto) ci si
ricordi di cosa sono stati questi anni di crudele idiozia, di falsi e
falsificanti progetti. Purtroppo nell’analisi proposta non vi appare quasi mai
un suggerimento, una ipotesi di lavoro che trovi dei “mi piace” criticamente
costruttivi. Altre espressioni come quelle legate ad un linguaggio poetico sono
carezzevolmente romantiche, di un romanticismo leggermente incipriato e
gradevole. Non è la mia, in questo caso, una critica letteraria, che per altro non sarei in grado di fare, ma una valutazione
che tende a comprendere lo spirito dell’autore o dell’autrice, nel loro giusto
bisogno di esternare a se stessi e, perché no, anche ad altri, un sentimento
intimo come l’amore. Quest’ultimo non mi pare sia trattato con la profondità
che, secondo me, merita. Con quella profonda serietà che pur nella gioia che
produce dia, a chi ne legge, opportunità di giudizi e suggerimenti che
transitando dal cuore al cervello, possano aggiungere gradi di conoscenza su
uno dei più straordinari sentimenti dell’umanità, l’amore. Qui, su fb,
l’esprimersi è sintetico, quasi sempre riportando brevi “pensierini” adatti più
che altro alla lettura durante la gustazione di un bacio di cioccolata!
C’è, nel maggiore dei
casi, riferimento solo alla fisicità dell’amore e molto spesso alla delusione
ed alla perdita di questo lato, fondamentale, dell’amare.
Cosa sia, da cosa nasca,
di che cosa viva e del perché a volte ci muoia tra le braccia, non ne parla
nessuno, o sono io che non ne percepisco alcuna nota. Non mi aspetto certo di
leggere Fromm o Freud oppure il loro banali imitatori, che tutto sommato altro
non fanno che offrire riassunti statistici di fatti e persone; ne mi aspetto
analisi di esperti navigatori tra neuroni, sinapsi e aggeggi del genere! Mi piacerebbe
poter leggere “i perché” di ognuno per capire se l’amare e l’amore siano
qualcosa di diverso da un “software” inventato dai cosiddetti “geni”, di cui
siamo spesso ignari portatori, per indicarci
la strada più piacevole a prolificare e così continuare, loro, a vivere il più a
lungo possibile.
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