martedì 15 aprile 2014

C’è del marcio in Danimarca …

come è vero che c’è del Teatro a Portoferraio! Ho scritto teatro con la T maiuscola. Un primo applauso, da appassionato del teatro quale io sono, va alla signora Emanuela Bonfiglioli. Si nota subito che questa signora ha una sponsor eccezionale, che le permette di mettere in scena un’opera così magistralmente piena di idee intelligenti, commoventi ed emozionanti. Sponsor che pochi hanno e che sono in grado di accogliere con dolce sapienza. Questa straordinaria sponsor si chiama “passione”! Ero seduto, domenica sera, il 13 Aprile scorso, nella platea di un gioiello di un antico teatro, in quel di Portoferraio, riportato alla gloria, mi dicono, nientemeno che da Napoleone (a riprova che qualcosa di buono l’ha fatto anche lui) per assistere alla “recita” di una trentina di giovanissimi studenti.
L’Amleto di Shakespeare, per di più!
Erano anni che non “godevo” così intensamente sia per l’interpretazione della figura di Amleto, espressa da sette o otto Amleti, ragazze e ragazzi, interpreti, bravi, divertiti e divertenti pur nei mille stati d’animo di questo fondamentale personaggio del teatro shakespeariano. 
Fondamentale come ognuno di noi lo è per se stesso. Perché questo è il motivo della trascrizione di Amleto messa in scena: una ricerca dentro se stessi per trovare quell'equilibrio che la drammaticità della vita tende a sconvolgere. Certo non a tutti capita la tragedia di Amleto; ne, a tutti, viene in mente di fingersi pazzo per sconfiggere e punire i nemici veri o i nemici che ci costruiamo con il nostro modo di essere. Non mi addentro oltre ad aggiungere mie parole a parole antiche e sagge. Solo mi compiace a distanza di qualche ora, e sarà così in futuro, ricordare con ammirato piacere questa curiosa e preziosa esperienza elbana, fatta di una profonda ed originale interpretazione dell’Amleto, della straordinaria passione della signora Bonfiglioli, della bravura di questi ragazzi giovanissimi ed appassionati che, all'ultimo scrosciante applauso, si sono esibiti in una divertentissima danza liberatoria, una danza di guadagnata felicità.
Sottolineo come non solo il “resto sia silenzio” ma come a volte il “silenzio” esprima con profonda sensibilità cose per cui le parole sono inutili. Mi riferisco a quel dolcissimo e sofisticato volo di Amleto ed Ofelia, come due farfalle una su l’altra, che si muovono in un silenzio sottolineato a tratti da sensibili note di musica. Emozioni da pelle d’oca!
Non dimentico certo di applaudire un altro bellissimo “personaggio”, Michele Tumiati, che, incorniciato da barba e capelli quasi d’argento, ha scelto ed accompagnato il tutto con  musiche talmente giuste da essere in realtà  anch'esse protagoniste della scena! Bravissimi Tutti!
Un unico rammarico! Che una operazione teatrale così ben amalgamata non possa essere goduta in città e teatri di maggior ampiezza. C’è tanto bisogno di ottimo teatro, soprattutto quando come in questo caso, c’è solo la passione che lo sponsorizza!    

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