martedì 29 aprile 2014

da Vienna a Mauthausen

Venivo da Vienna,

 in macchina ed ero diretto ad Innsbruck, dove mi sarei fermato qualche giorno. Viaggiavo su una MGb cabrio nera, con la capote aperta in una splendida giornata di sole. Sia io che mia moglie eravamo tranquillamente sereni. La vacanza viennese era stata bellissima. Per di più, io goloso del gulasch, avevo trovato un restaurant chiamato “clinica del gulasch” dove di questo piatto facevano autentiche opere d’arte!.
Era più o meno mezzogiorno quando ci fermammo ad un grill sull’autostrada, vicino ad Enns, non perché avessimo fame, ma per non perdere l’abitudine ad un buon pasto, a base di gulaschsuppen e pane nero, roba completamente fuori dalle nostre diete. Sedendoci vicino ad una giovane coppia,  notammo sorridendo che erano due giovani italiani in viaggio di nozze, molto carini! Ci rendemmo subito conto che la giovane ragazza aveva sul volto tracce di lacrime e il giovane marito era di un pallore esagerato. Ci facemmo coraggio e chiedemmo se avremmo potuto essere in qualche modo d’aiuto Ci sorrisero, scuotendo la testa, e ci raccontarono di aver avuto la pessima idea di andare a visitare Mauthausen.
Restai colpito. Per quel poco che ne sapevo credevo fosse in Germania. Invece, no. Era lì, a pochi chilometri da Enns.
Andammo a visitare questo incredibile orrore! Ricordo la guida: un belga, alto alto e magro, con tutti capelli bianchi che, in perfetto italiano, ci raccontava di come quel campo fosse attualmente sotto la giurisdizione internazionale, quale era la sua funzione e con una oramai terribile assuefazione ci mostrava i vari ambienti di quello sterminato luogo di tortura. Capimmo l’emozione di quei due giovani incontrati poc’anzi. Tra le cose più orribili un grande pioppeto, completamente recintato …. non sapevano quanti corpi vi fossero stati gettati e non potendo riesumarli e riconoscerli uno ad uno, avevano deciso di lasciarli riposare in quel campo, piantando quello sterminato pioppeto. Dopo oltre due ore risalimmo in macchina con la gola secca ed un pianto dirotto nel cuore. Ma che c’era venuto in mente! Anche se non l’avessimo visitato, quel campo sarebbe stato lì, ugualmente. A mia moglie venne sulle labbra un preghiera, a me, ateo convinto, venne di rivolgermi ad un ipotetico dio chiedendogli come aveva potuto permettere una barbarie simile. Nonostante il caldo ripartimmo con la capote chiusa.
Avevamo bisogno di sentirci protetti.
Oggi, a distanza di tantissimi anni, quando sento presunti uomini politici, in realtà autentici pezzenti che blaterano dall’alto dei loro soldi  o del loro  presunto potere, e con un cinismo indegno di qualsiasi essere umano  ascolto il citare la tragedia dei campi di concentramento, che si è anche abbattuta in tutta la sua tragicità sui quei popoli i cui capi hanno organizzato una tale immondizia, bene, quando li sento blaterare con tanta superficiale leggerezza, provo lo stesso orrore che mi colpì nel vedere i paralumi fatti con pelle umana, i forni crematori, quell’orrido ingresso al campo di Mauthausen, e risento il lamento di quello sterminato pioppeto.

Invoco, proprio invoco i responsabili della comunicazione giornalistica e televisiva perché condannino, con la più acuta violenza delle parole, questi cialtroni, per far capire, anche ai più sprovveduti lettori ed  ascoltatori radio televisivi, quanto siano profondamente farabutti questi personaggi che con il loro pensiero altro non fanno che rendersi  complici di quanto orribilmente accadde tanti anni fa. 

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