lunedì 28 aprile 2014





Per essere stato uno spettacolo è stato spettacoloso! Dicono le cronache che nel mondo è stato visto da due miliardi di persone. Oddio! Visto che, uno più uno meno, siamo circa sette miliardi … proprio un gran pienone non c’è stato! Va bene che qualcuno aveva altro da fare che starsene a vedere la televisione. Peccato. Peccato perché lo spaccato (pardon per la cacofonia) di quel mondo era interessante. Tra i grandi capi delle grandi nazioni c’era anche il Presidente dello Zimbabwe, che a rigor di legge avrebbe dovuto essere arrestato sulla scaletta del suo aereo, visto che un tribunale internazionale lo ha condannato per qualche sciocchezza. Ma noi umani siamo buoni quando chi fa del male lo fa in serie, ed ammazza più gente possibile in gruppo e non uno per volta. Il singolo omicidio ci fa orrore.  Invece non ci fa neppure un pochino di orrore l’appoggio che qualcuno ha dato a dittatori spietati, per l’occasione sud americani, inventori di un nuovo sistema per far sparire la gente che gli diceva di no: imbarcarli su un aereo e farli scendere in corsa, pardon, in volo sull’oceano. Desaparecidos, circa 30.000 persone, quasi tutti giovani. Anzi l’occasione è buona per una foto ricordo, sul balcone di casa Chissà se si sia trattato del clima, ma nemmeno si prova orrore nell’aver sentito promettere giustizia ( che roba sia non si sa) e poi tornati tra le 146 colonne del Bernini, dimenticarsene. Chi non se ne dimenticava veniva colpito da una fucilata alla schiena mentre diceva messa. A lui, questo prete morto ammazzato, di far miracoli non gliene importava un fico d’india. Un altro di loro, molto simile, diceva: “quando do da mangiare ad un povero mi chiamano santo, quando chiedo perché un povero non ha da mangiare, mi chiamano comunista”. Avrebbero voluto più giustizia qui, su questa terra! Ma come, non ci basta quel grande e spettacoloso spettacolo? A me, si! Mi sono commosso nel vedere tante teste coronate, vestite a festa, con cappellini meravigliosi, sorridere compiacenti e commosse. Re e regine, principi e principesse, presidenti e presidentesse, e poi tanti ma tanti bambini da sbaciucchiare! Attenzione! Ci sta, perché così è, che tra i due miliardi di persone che hanno visto questo spettacoloso spettacolo ci sia qualcuno che ha una incrollabile ed indiscussa fede in ciò che vede e sente. A costoro va tutto il mio sincero applauso, privo di qualsiasi commento e critica. Anche se immagino, del mio giudizio, non sapranno cosa farsene.
La fede, quando è fede, è una cosa seria che nessuna malafatta umana distrugge, che nessuna razionalità scalfisce. Giustamente.
Rispondeva Krishna ad Arjuna, qualche migliaia di anni  fa, che vedere gente pregare divinità diverse da lui, non lo turbava, era sufficiente che la preghiera fosse sincera.
A volte le cose cambiano, soprattutto se c’è un gruppetto di astuti che di queste preghiere ne fanno come di ogni erba un fascio e con questo impediscono ai loro oranti una vita terrena felice in cambio di una vita eterna eternamente felice, previo pagamento di una quota perenne di iscrizione al loro circolo religioso. Diversamente al Bernini, ed a tutti gli altri bernini, chi avrebbe pagato le 146 statue e tutto quel colonname?! E meno male che almeno queste ancora oggi ci sovrastano con tutta la loro bellezza!
Prevengo una domanda. Se a te, cioè a me, tutto ciò non interessa per quale strana ragione te ne occupi? Perché, eccovi la risposta, ritengo che la fede religiosa sia una cosa seria e che dovrebbe essere amministrata e governata da gente seria. Gente che non debba permettere a milioni di persone di gettarsi nel fiume Gange per purificare il proprio animo, che non si possa permettere di mistificare la parola di un qualcuno che centinaia di anni fa dava all’umanità un indirizzo di vita di straordinaria profondità, solo per arroccarsi in un castello da dove sparare assurdi dogmi, rivestendoli di infallibilità ed altri curiosi tessuti di parole: eresie, apostasie, scomuniche, perdoni e confessioni, unzioni e via narrando!

La cosa tuttavia mi rattrista e mi incuriosisce!

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