Annibale, re dei cartaginesi, morì per colpa di un
terribile mal di pancia: aveva mangiato una confezione di datteri senza
controllare sul pacchetto la data di scadenza. Giulio Cesare chiese che ore fossero
ed il giovane Bruto, guardato il suo
nuovo Rolex, gli suggerì di trarre il dado e attraversare con una canoa diesel il Rubicone. Sissi, la più raccontata
delle Imperatrici, mise un paio di jeans non di produzione austriaca e generò
una protesta sindacale in Pannonia … Potremmo
continuare così dopo aver visto martedì scorso su Rai Premium la ricostruzione
della vita di Eugenio Pacelli, Papa Pio XII. Di solito quando vedo programmate
queste fiction, sollecitato dal resto della famiglia, cambio subito canale,
perché non voglio fare la fine del succitato Annibale! Però, qui c’era il
bravissimo Remo Girone nella parte di Eugenio Pacelli. Inoltre la sua storia
con la suora Pascalina era, fin dall’inizio, talmente sottolineata che mi
aspettavo da un momento all’altro, almeno, un bacetto! Invece niente! Solo
colpi d’occhio all’ottimo Girone da parte dell’attrice che interpretava questo
personaggio, tali da far venire orgasmi a ripetizione. Se non mi sono
addormentato nel frattempo, non mi è parso di scorgere durante tutto il filmato,
l’ombra di un fascista. Invece sottolineati e centralizzati gli scontri -
incontri con il nazismo, che forse almeno all’inizio, e non solo, pare non gli
fosse del tutto antipatico. Non credo che storicamente nessuno potesse
pretendere, oggi, che Eugenio Pacelli, allora, salisse da solo sulla croce per
far capire al mondo da che parte stava la Chiesa cattolica, o lui stesso. Ma,
beatificazioni a parte, che, oggi, in una ricostruzione laica e storica di quei
tempi terribili, si aderisca il più possibile a quanto si sappia oggi sia
avvenuto realmente, è almeno auspicabile. Che poi, come è stato smentito più
volte, sia stato il medico di Papa Ratti, su ordine di Mussolini, tal professor
Petacci, babbo della Claretta, ad affrettarne la morte per impedire la
pubblicazione della famosa Enciclica contro il nazifascismo, mi interessa assai
meno che vedere la famosa Pascalina assistere attivamente alla scrittura
proprio di quella Enciclica, sotto la guida di Pacelli, per essere sottoposta
all’approvazione di Pio XI.. I padri gesuiti Jean Lapage, francese e Gustav
Gunpach, tedesco, chiamati da Papa Ratti per redigere questo testo si saranno fatti una bella risata nelle
rispettive tombe! Ora, non so a chi, e non m’interessa sapere, a chi interessa
falsificare a tal punto la storia, fintanto che ci sia qualcuno che ne ha documentazioni
e visioni diverse, tali da irriderne la ricostruzione. Ma visto che della
storia se ne fa spettacolo, nonostante
tali fondamentali protagonisti, almeno rasentare la verità dando anche
agli interpreti dei comprimari, ambasciatori e ricche signore, una parvenza di
professionalità interpretativa, non sarebbe un’idea malvagia.
· Si sa che nella nostra forma italica di spettacolo
quello che interessa è la bravura del capo-comico, Remo Girone in questo caso
da applaudire, il resto degli attori possono benissimo essere macchiette
qualsiasi. Basta che, se tedeschi abbiano gli occhi azzurri, se americane siano
truccate come delle maitresse … La scena finale della jeep dell’esercito
americano che si ferma in Piazza San Pietro, ad indicare il passato pericolo è
di una triste banalità.
· In compenso ricordo una copertina de “La Domenica
del Corriere” che mostrava, con un disegno di Walter Molino, un Pio XII a
colloquio con il fantasma di Gesù Cristo, nei Giardini Vaticani.
E questa se la sono persa, o non hanno avuto il coraggio di
ricostruirla!!
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