Infuria la polemica intorno alla politica.
Venti di tempesta si abbattono attraverso tutti i sistemi di comunicazione.
Manca solo che ti telefonino nel cuore della notte. Lo sport preferito
soprattutto da parte dei più colossali cialtroni che sono di recente
apparsi sulla scena è quello di fare a gara su chi le spara più grosse contro i
rappresentanti delle massime istituzioni della Stato. Le quali, al momento, con
rara signorilità, tengono il piede fermo sulla staffa. Tanto di cappello. A
questo si aggiungono trasmissioni radiofoniche
che, non evidenziando per nostra fortuna i volti
dei conduttori, danno l’assalto al buon senso, intervistando personaggi
così squallidi che persino l’intervistatore sembra intelligente; anche quando,
cercando di fare dell’ironia, suggerisce le risposte più assurde. Per fare
ironia, per suscitare il sorriso è indispensabile essere intelligenti. Qui, al
momento, l’intelligenza, il buon gusto, l’educazione sono state licenziate in
tronco. Quello che assolutamente latita è una, dicesi una, proposta politica.
Da “polis e tecne”. Vale a dire l’arte di – amministrare - la polis. Quello che
il popolo non capisce è gravissimo! Non distingue tra le parole e tra gli urli
di imbonitori falliti come attori, caduti in disgrazie come politici,
istigatori del nulla. Io non rimpiango niente! Né tempi né politiche del
passato. Se siamo a questo punto lo dobbiamo proprio ai tempi passati dove più
che costruire seguendo un progetto, un piano che tendesse ad un beneficio
comune, siamo andati alla ventura trascinati ed obbedienti ad interessi di
privati o di altri Stati ai quali abbiamo supinamente prostrato la nostra
dipendenza.
In un quadro così drammatico, a cui fanno
da contorno, fortunatamente solo per adesso e fuori dai nostri confini,
movimenti che sventolano bandiere religiose, certissimi che il loro
inesistente Dio è lontano anni luce dai loro propositi, influiscono e determinano
nel presente dipendenze economiche in grado di gettare interi popoli nella
miseria più insensata. E’ già accaduto nella storia. E se non fosse che un
gruppo di nazioni europee è unita almeno dal valore di una singola
moneta, ci staremo già azzannando come una volta. Ma ignari o ben coscienti di
tutto ciò gruppi cosiddetti politici sbraitano contro questa sola ancora di
salvataggio: spinti da una assoluta idiozia, e da qualche interesse
internazionale che vede in questa unione monetaria un ostacolo alle loro nuove
conquiste. Cecità e delinquenze assolute!
Tra qualche giorno io andrò a votare.
Molti si rifiuteranno di farlo commettendo un gravissimo errore. Su questo non
ci sono dubbi, coloro che rifiutano di votare sono liberi di farlo, così che i
falchi futuri saranno liberi di sbranarli. Certo in assenza dell’opportunità di
un singolo accettabile suggerimento il mio voto sarà a sinistra, dove almeno mi
illudo di vedere ardere una piccola luce. Poi, vedremo.
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