Sorridi. Con sicurezza mi dici, quasi schernendomi,
che non è vero. Che non so niente di te! Vorresti aggiungere che non è
possibile che io ti conosca così come dico di conoscerti. In fondo cosa sono i
pochi ultimi anni che hai passato guardandomi, sentendomi raccontare di me,
delle mie gioie, delle mie lacrime! Non credo tu mi abbia mai ascoltato
veramente. Non hai idea di chi io sia veramente. E’ questo che sembra tu voglia
dirmi.
Io ti sorrido. Anche perché vederti, per me, vuol
dire sorridere, alla vita! E tu, questo, lo sei! Confesso che non ho mai visto
il tuo corpo, dal vivo. L’ho visto, fotografato, al mare. L’ho intravisto sotto
i tuoi abiti. Ho visto la tua pelle. Potrei se ne fossi capace, disegnarti! Non
posso non dirti che il tuo corpo mi suscita immagini bellissime, comunque esso
si ponga. Ti osservo camminare, ondeggi lentamente, sei un vento leggero.
Così dipinta, ti confesso, sembri essere agli occhi
miei e non solo, molto graziosa, a tratti bella. Un modo, di essere bella,
discontinuo, come l’apparire e il non apparire. Il tutto crea fascino. Un
particolare fascino che s’imprime nella mente a chi si sia fermato a guardarti.
Ma non basta. Un fascino che va capito perché entusiasma alla vita.
Strapazzarlo vorrebbe dire non aver capito il senso della bellezza del vivere.
Averlo, è cosa che può rendere un uomo consapevole del paradiso.
Non è solo questo che dico di aver capito, quando ti dico che so chi sei.
Sorridi. M’inviti, con un silenzioso: sentiamo. Anzi, sostieni che non posso
averti capita. Può anche darsi che l’esserti scoperta troppo ti dia fastidio, e
così ti cerchi un rifugio sicuro, in un tuo smagliante sorriso. M’incanti.
Sostengo non soltanto di sapere chi sei ma,
persino, cosa potresti essere. Inizio da quest’ultima. Basterebbe tu lo volessi
veramente e potresti essere qualsiasi cosa tu volessi. Perché c’è in te una
forza che si chiama perseveranza, a cui si aggiunge una sicura capacità di
adattamento, miscelata ad una totale e fervidamente coltivabile intelligenza,
leggermente frenata da una non volontà timida di credere in te stessa. La parte
di te che io applaudo è che hai in te una capacità di amore e di amare
straordinaria; lo vedo nel rapporto che hai con la tua famiglia, con i tuoi
cari. Credimi è una rarità. Un loro dolore ti distrugge. Anche un diamante può
essere spezzato. Se ne possono fare due. Sempre diamanti sono. Il sapere chi
sei nasce anche nell’ascoltarti
affrontare la tua vita, e quindi il mio restarne stupito. E’ vero! E’
vero che con lo straordinario e dolcissimo carattere che ti stai costruendo ti
credo anche capace di non essere te stessa, di rifugiarti in un giudizio
negativo sulla tua capacità di affrontare il presente, magari cedendo per
ottenere complicità ad una troppa espansione di te. E’ comunque un tuo sistema
di difesa dovuto al fatto che ancora non hai piena coscienza della tua forza.
Potrei, in una parola, su queste basi disegnare il tuo futuro!
Radioso, se imparerai a convivere, senza paura, con
te stessa!
Io ho solo una fortuna: sapere che, questa mia
lettera, non la leggerai mai!!
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