Nel 1939,
dal libro di Louis Bromfield, il regista Clarence Brown trasse un grande film!
La Grande Pioggia. A parte Tyrone Power, nella parte di un affascinante medico
indiano e Myrna Loy in quella di una lady english, annoiata e pronta a non
annoiarsi, recitava un metro e cinquanta di splendida donna, russa, la sessantatreenne Marija Uspenskaja! E per la sua bravura, un Oscar come attrice non
protagonista, e per la mano del Brown, interpretando una principessa indiana,
esprimeva, con il suo ghigno che emergeva dal cerone, tutta la sua avversione e forzata accettazione nei confronti del colonialismo inglese. Un film strappa lacrime di ottima recitazione
hollywodiana, con un grande impatto sul pubblico di tutto il mondo. Oggi, a
distanza di quasi cento anni dalle scene così descritte, nella civilissima
Italia moderna, può venire giù qualsiasi grande pioggia che i cittadini di
campagna, di montagna, di paese e di grande città, non se ne accorgono neppure!
Anche perché, ora come allora, molti restano sepolti da frane, affogati in
allagamenti, esondazione di ruscelli e di fiumi, privati di ogni loro bene. A differenza di allora i nostri umidi
conterranei vengono ripresi dalla televisione che documenta frane, allagamenti,
mobili buttati al macero e funzioni funebri in cui, i rimasti vivi, chissà
perché, applaudono i morti! Non ci facciamo mancare niente, tant’è che in
assenza di un colonialismo inglese opprimente, non ci priviamo del piacere di
esprimere il nostro dolore infilzando perline di parole anglosassoni nelle
nostre lamentele. Per consolazione ci dicono che il tempo, brutto o bello, sta
cambiando le stagioni. In fondo è quello che tutti volevamo: Natale il 15
agosto, con neve calda e sole, le vacanze estive al 31 dicembre facendo il
bagno tra le onde del Mediterraneo che bagneranno la coste delle Langhe e del
Chianti! Se poi ci sarà da ritenere responsabile qualcuno che ha violentato la
natura così a lungo e con tanta ferocia, troveremo senza dubbio un colpevole
che non c’entrerà niente con l’accaduto, ma sarà utile per nascondere
produttori dei gas nocivi con cui si continuerà
ad avvelenare la terra; per dar modo a questi ultimi di continuare questa nuova
forma nostrana di colonialismo in cui tutti noi siamo gli indiani di turno.
Oppressi non più dalla dominazione di una sola nazione straniera, ma oppressi dalla
nostra stessa ignoranza. Colonizzati dalla nostra idiozia.
Questo ultimo agosto è stato un antipasto, con
aperitivo, di ciò che ci verrà servito a pranzo ed a cena.
Oggi 3 settembre 2014 uscendo di casa, nel Chianti,
il termometro dell’auto segnava 14 gradi sopra lo zero. Ci siamo ritenuti
fortunati. Nello scendere a Firenze siamo saliti a 18 gradi! Praticamente, novembre!
Di una cosa siamo sicurissimi, che, in omaggio al
meteo, un qualche canale televisivo metterà in onda per la duecento millesima volta
un bellissimo film: La Grande Pioggia.
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