Continuo a leggere confronti tra una Roma/Italia corrotta e la domanda per avere a Roma le Olimpiadi del 2024. Novanta su cento non ci sarò! Visto che ho compiuto ottantanni tre mesi fa! Però mi piacerebbe far notare che, oltre alla generale corruzione, c'è chi fa il suo dovere ed in particolare chi, magistrati e polizie, scoprono sistematicamente i corrotti. I quali non sono degli idioti e continuano con perspicacia la loro attività, così come continuano ad essere scoperti ! La stampa non aiuta certo nell'elogio a questi
"scopritori" di malefatte che non guardano più in faccia nessuno, Mi piacerebbe che chi nota la corruzione desse una occhiata in giro, per il mondo. Non per sminuire la nostra, per carità, ma, e magari, per non sentirsi soli ! Partiamo dall'alto. Qualcuno pensa che i gentiluomini del club Bilderberg si riuniscano ogni tanto per prendere decisioni a favore dell'umanità? Che i servizi segreti dei Paesi del mondo operino nel rigore delle leggi internazionali? Che le organizzazioni mondiali tutelino i più deboli esseri viventi del pianeta, visto che questo è il loro compito, dagli affamati di tutto il mondo, alle foreste dell'Amazonia, alle balene ...etc? Che famosi e ricchissimi Paesi come il Qatar trattino i loro concittadini come trattano gli operai Nord Coreani che vi lavorano per la costruzione di impianti sportivi? E che di conseguenza il resto del mondo rifiuterà di gareggiare nel Qatar? Che le religioni, nel loro insieme, abbiano operato ed operino per il benessere fisico e spirituale dei loro adepti? Che i signori Putin, Erdogan e compagnia lavorino per il benessere dei loro popoli?
Volete che continui?
Allora dico: può anche darsi che Matteo Renzi non sia Harry Potter e con la bacchetta magica che descrive le cose da fare in Italia, per ora trovi "qualche" difficoltà! Ma diamogli fiducia, in mancanza di serie alternative, con un piccolo applauso alla sua speranza per una Italia ed una Europa migliore almeno tra dieci anni!
martedì 16 dicembre 2014
venerdì 12 dicembre 2014
15° edizione del Concorso di Narrativa Montecatini Terme
Catin del Monte,
forse, domani
La
velocità fotonica era al massimo, così il suo rilassamento: un
brano di musica, cupo e profondo, eseguito con un violoncello a
spalla, lo attendeva nella sua cabina. Le palpebre già sonnolente.
La visita al 14° pianeta della terza galassia era stata molto
soddisfacente. Le colonie umane si erano perfettamente amalgamate con
la vegeto-umanità locale, con qualche piccola eccezione. Proprio
per questa lo avevano sbattuto fin lassù. Quando si tratta di
sentimenti nascono sempre delle difficoltà: in effetti nessuno di
noi avrebbe mai potuto prevedere un innamoramento tra un nostro
consulente, un umano, ed un salice. Anzi una salice: in realtà non
si trattava di quello che comunemente nella bio-natura del pianeta
Terra viene definito salice, dove ne fioriscono una trentina di
specie, più o meno tutte uguali. Questa assomigliava singolarmente
al tipo “excelsior”. Cosa che, per altro, gli ricordava qualcosa
di familiare relativamente al paese di origine dei suoi antichissimi
avi. Aveva condiviso l’opinione di quasi tutti: questa curiosa
pianta aveva un qualcosa di femminile nel tronco … e poi, nella
relazione con cui il graduato di 3°generazione, l’umano in
questione, raccontava del suo innamoramento, si leggeva che, quando
veniva sollevato dai rami pendenti della sua salice, provava un
piacere erotico incredibile e, tra l’altro, non aveva più sofferto
di raffreddori e anche il suo intestino aveva ripreso a funzionare
egregiamente! Ora, da qui ad arrivare ad un contratto di convivenza,
come richiedevano sia l’umano sia la salice excelsior, il passo era
decisamente lungo, ma senza ostacoli insormontabili; naturalmente
bisognava considerare come a furia di provare piaceri erotico
sentimentali di tutti i tipi, la salice non restasse in stato
interessante! Gli venne un sospetto a questa prospettiva e se,
incinto, fosse rimasto il nostro terrestre?! Vai a sapere! Chi vivrà
… un iniziale sorriso gli si spense sulle labbra al pensiero di
come poi sarebbe toccato a lui sbrigliare la matassa! Attese un
nano-secondo l’apertura della sua cabina; entrandovi pensò che di
questi barconi spaziali, oramai superati dai moderni draghi a
superlux, quello che era rimasto di bello, erano le cabine per gli
ufficiali: ampie, comode e con larghi ed accoglienti letti a due
piazze, con bagni da Grand Hotel. Una volta, i suoi antichi colleghi,
viaggiavano dentro dei congelatori per evitare di invecchiare troppo,
data la durata ultra decennale dei viaggi. Aveva letto il diario di
uno di loro. Doveva essere uno strano personaggio se nella sua
relazione, al ritorno sul pianeta Terra, dopo un viaggio durato oltre
cinquant’anni, l’unica cosa che lamentò fu quella di aver
provato un gran freddo! Neppure una parola sul fatto di aver
ritrovato suo figlio che, lasciato all’asilo, nel frattempo, era
diventato nonno! Altri tempi! Si distese sul lettone ed al pensiero
che gli sarebbe piaciuto vedere un vecchio film, gli si illuminò il
soffitto della cabina, questo, come il resto, era collegato al suo
sistema neuronale, da dove una suadente vocina gli propose la visione
di un film non vecchio ma addirittura antico, dal titolo “Avatar”.
Roba di un paio di millenni prima! Ne avevano una volta di fantasia,
pensò! Andare a scovare questo nome addirittura dall’antico,
antichissimo, sanscrito! Nell’accettare la proposta, anche se
conosceva a memoria tutta quella storia, allertò la consolle per
essere svegliato entro una dozzina di ore terrestri. Aveva una sorta
di nostalgia per un passato assolutamente remoto … più che
nostalgia, infatti non gli sarebbe mai venuto in mente di provare a “
soffrire per il desiderio di un ritornare” e quindi andare verso un
qualcosa che ovviamente non aveva mai potuto, o quasi, aver vissuto!
Certamente ne aveva di ricordi, della vita dei suoi antichissimi avi,
come fossero una impronta nel suo dna, tanto è vero che la sua
consolle era programmata per dargli, insieme alla data del giorno in
cui viveva, pur con le mutazioni dovute alla velocità fotonica,
anche una curiosa datazione: 29 marzo 2013! Roba di tante tantissime
centinaia di anni prima! Non che ci fosse bisogno di ordinare di
essere svegliato … Per di più, dopo pochi minuti, ronfava
tranquillamente! Il suo problema, se di problema si vuol parlare, era
come, in quasi tutte le ore terrestri che dedicava al riposo era
“visitato” da un unico e ricorrente sogno. Si trovava in un bosco
pieno di bellissimi pini, colline piene di verde e sempre … da
quel posto, veniva con violenza rapito … Tentò anche quella volta
di resistere al rapimento … In realtà la cosa che più lo turbava
era che per parlare dei suoi sogni bisognava ogni volta che fosse
sveglio! E lo svegliarsi equivaleva all’oblio! In realtà avevano
inventato una macchina, un registratore di sogni, che avrebbe dovuto
permetterti di rivedere su uno schermo il sogno appena sognato. Ma si
diceva non funzionasse: se il sogno era limpido e bello, tipo un
quadro di Raffaello, la sua registrazione proiettava immagini così
confuse che sembrava un quadro di Mirò. Per la gente normale era la
stessa cosa, non capivano ne l’uno ne l’altro: solo l’applauso
era garantito! Calderon de la Barca l’aveva scritto con ragione: i
sogni, sogno sono! Quando la sua splendida assistente, l’unica che
avesse il permesso di entrare nella sua cabina senza annunciarsi, lo
scosse leggermente. Era desiderato nell’ufficio dell’ammiraglio.
Dette un’occhiata alla consolle, aveva dormito pochissimo, il
soffitto era spento e la giovane, vicina al suo letto, era
bellissima! Sospirò. Peccato che Ph14 non fosse umana! Cioè, in
parte lo era, compresa quella parte a cui, in quel momento, gli
sarebbe piaciuto sia fare una carezza che una visitina, ma come
avrebbero detto i suoi antichi avi, e come ben sapeva, la fanciulla
era in “similpelle”! E poi, non si sa per quale strano capriccio,
questo modello era stato stampato con un leggero disegno da
coccodrillo! Sempre meglio di una salice excelsior, pensò tra se!
Inoltre l’ammiragliato imponeva, a quelle strane creature adibite,
anzi a completa e totale disposizione degli ufficiali, imponeva abiti
con gonne cortissime, su gambe scultoree. Si supponeva che tale
abbigliamento servisse per ricordare, ai responsabili maschi dei
vari servizi delle astronavi, di essere uomini e di non perderne
l’esercizio durante i lunghi trasferimenti. Si vestì con cura, in
fondo un colloquio con l’ammiraglio per uno come lui, non captava
in tutti i viaggi. Dopo che, dalla sua Ph14, fu massaggiato
dolcemente sotto la doccia ad aria liquida, fu anche, dal momento che
lei aveva passato una mezza era al servizio dell’ammiraglio,
consigliato a cospargersi il corpo con una profumazione di
particolare intensità, al Vetiver di muschio blu! In fondo
l’ammiraglio era una umana, di quelle vere. Decise di andare a
questo colloquio facendo quattro passi nei corridoi anziché salire
sul solito disintegratore rotante. Curiosamente questo aggeggio gli
dava un gran prurito! Salutò molti suoi colleghi, ammirò molte Ph
che veloci e gentili correvano qua e là. L’equipaggio umano
femminile era, purtroppo, ridotto al minimo a causa di un vertiginoso
calo demografico che aveva destato grande preoccupazione. Così dopo
un oretta di camminamenti, scale e passaggi aperti su meravigliose
galassie luminose, orti botanici che riproducevano fiori e faune di
una miriade di pianeti, arrivò davanti agli appartamenti
dell’ammiragliato. Bellissimo, la sua prima impressione! i Non
ricordava di esserci mai stato. E non poté non stupirsi, osservando
la struttura di questi locali che erano stati costruiti, come diceva
una targa esplicativa, minuziosamente in ogni particolare,
riproducendo la residenza cinquecentesca del doge Giovanni Mocenigo
di Venezia. Scelta perché si diceva che questo antico capo popolo
fosse stato, nel 1480 dell’era cattolica, “homo dolce et
onesto”. Così che sembra non avesse mai voluto particolari sfarzi
nella sua residenza, tranne statue ed altri orpelli in pietra un po’
da per tutto! Inserì il suo bottone d’identità nell’apposita
feritoia dalla quale uscì un suono melodioso che annunciò l’arrivo
dell’addetta al ricevimento. Si trattava di un ufficiale di grado
superiore al suo, così mise istantaneamente la mano sul cuore in
segno di ossequio; fu uno smagliante sorriso di questa splendida
creatura umana e femminile, con divisa da Capitano di vascello, ad
accoglierlo. Per tutti i motori fotonici, esclamò dentro di se,
questa si che è una femmina bellissima! L’ufficiale superiore si
fermò di colpo e con un amabile e sorprendente dolcezza lo apostrofò
chiamandolo per grado, nome e cognome:
“
Tenente O’missam
O’nirbalacs, le ricordo che non è consentito emettere onde
cerebrali di tale impertinenza!” Dopo questo rimbrotto l’ufficiale
superiore lo affidò graziosamente ad un'altra incantevole
giovane-in-similpelle che lo introdusse nelle studiolo privato
dell’ammiraglio. Studiolo, pensò!! In tanti decenni di navigazione
era la prima volta che vi entrava. Ne aveva sentito parlare, ma non
si sarebbe mai aspettato di trovarsi in un
boudoir degno della
più incredibile donna di piacere! Fu un attimo: gli specchi, i
tendaggi, i divani rosa pallido, quella strana aria un po’ frou
frou, tutto si dissolse in una nebbiolina profumata ed apparvero
monitor di tutti i tipi, lampeggianti ed illuminati che davano la
completa visione dell’astronave in ogni più piccolo particolare,
sia all’interno che all’ esterno e, incredibilmente, per 6,36
parsec.
Solo l’ammiraglio restò com’era, in babbucce sormontate da un
pompom rosa, una vestaglia lunga e fluttuante, leggermente
trasparente, sotto vi si intravedeva una guepiere color carne …
teneva stretto in mano una sorta di scettro pieno di lucine e tasti
lampeggianti, dal quale avrebbe potuto scatenare, solo a voce, senza
neppure muovere un dito, guerre intergalattiche. La signora
ammiraglio, una donna un tempo bellissima, alta, con un corpo ancora
interessante, nonostante i suoi cento settanta anni: di lei si diceva
avesse adottato quel principio che sostiene come sia meglio essere
vecchi meno a lungo che esser vecchi prima. Lo accolse con un freddo
e formale sorriso. Dopo aver espresso il più deferente dei saluti fu
invitato a sedersi su un panchetto scomodissimo. L’argomento,
fulminante, in tre parole: trovare un posto sul pianeta Terra in
grado di garantire una tranquilla vacanza ai trentaseimila membri del
suo equipaggio. Punto e basta. Gli fu data una nano-settimana di
spazio-tempo per scegliere questa località e proporla, dopo di che
avrebbe avuto altre istruzioni in merito. Grazie. E si ritrovò un
attimo dopo nello stesso luminoso corridoio da cui era transitato
mezz’ora prima, vicino ad un laghetto pieno di piccole oche dalle
penne a quadretti bianche e rosse. Non aveva aperto bocca. Non aveva
potuto chiedere niente! Tornò con una punta di amarezza nella sua
cabina meravigliandosi di trovare sul più grande dei suoi monitor
una quantità incredibile di dati personali di ognuno dei membri
dell’equipaggio. Trentaseimila umani da accontentare! Gli
tornarono in mente i suoi studi classici: secondo Marco Tullio
Varrone, amato e criticato da Agostino di Ippona, erano proprio
trentaseimila gli dei che popolavano tutti gli Olimpo del
mediterraneo! Niente in confronto agli oltre trenta milioni di
divinità dell’ antico induismo, salvo che, dai saggi dell’epoca,
ognuna di queste era interpretata come uno scalino di quella
conoscenza che avrebbe dovuto portare l’uomo ad individuare la
unicità del Creatore … di cui, il nostro tenente aveva cercato,
inutilmente, tracce dell’esistenza in lungo ed in largo in giro per
le galassie. Aspetti poetici di epoche di strane domande senza
risposte scientifiche!
Nel
suo studio, accanto alla sua Ph14, altre dieci bellissime Ph, tutte
pronte ad aiutarlo per una selezione in cui erano previsti tutti gli
indici possibili. Sesso, età, stato civile, grado, preferenze,
attitudini, passioni più o meno segrete, hobbi’s e gusti per
l’abbigliamento e la nutrizione, scarsissime le preferenze
culturali. Nient’altro? Pensò a bassa voce, dentro di se. Scorse,
leggendone rapidamente, in percentuale, i vari indici. La richiesta
più vaga, ed in sintesi minore, era rivolta in genere alla cultura …
sempre che con questo termine fosse possibile indicare un qualcosa di
preciso. Tuttavia questa era già una indicazione, anche se di non
facile suggerimento: infatti, era difficile trovare tra i vari
posti - bellissimi - su questo pianeta, la Terra, luoghi in cui la
cosiddetta cultura non facesse parte del dna della popolazione.
Quindi era quasi improbabile trovarne, perché ovunque e poi non solo
sulla Terra, da centinaia di secoli, si era capita l’importanza
della creatività culturale, come unica via alla conoscenza di se
stessi e dei territori. D’altro canto, oggi, 29 marzo dell’anno
4013 dell’era fotonica, non era proprio facile trovare un posto che
potesse soddisfare i gusti di ben trentaseimila umani, di cui il meno
istruito aveva due lauree, una di tipo tecnico spaziale ed una
matematico- umano-galattico, compresi coloro che erano addetti ai
lavori più semplici! A questo c’era da aggiungere, e qui gli venne
da sorridere, che questa era tutta gente abituata a … viaggiare ed
a vederne e goderne di tutti i tipi! Vero che tra loro c’erano
anche degli anziani, ma molti erano nel fiore degli anni, sui
coetanei, intorno ai centovent’anni. Un bel problema! Passò
diverse ore, contornato dalla sue bellissime Ph, a sfogliare interi
siti di promozione turistica, ripassando più volte tutti i
continenti, le isole, i più famosi luoghi di vacanze del pianeta
Terra. Ovunque c’erano festival, spettacoli di balletti, gare di
teatranti e di poeti … ovunque! Non parliamo poi di musica, non era
facile trovare un posto dove ancora non avessero capito la forza
attrattiva della cosiddetta cultura musicale. Perché poi il pianeta
Terra? Oramai lo conoscevano un po’ tutti. Tutti erano stati da
per tutto! Ogni luogo era così ben reclamizzato che anche se non ci
fossero stati fisicamente ne avevano visto e goduto immagini fino
alla noia. Questa parola, noia, gli dette un suggerimento. Ordinò
che la ricerca fosse orientata verso luoghi già molto anticamente
obsoleti, con la speranza che ne fosse rimasto qualcuno talmente
fermo nel suo tempo da costituire una novità … proporre un tuffo
nel passato, ma in un passato talmente remoto che non potesse venire
in mente a nessuno di andare a passarci un’ora di vacanza!
“Ora
– disse- innervosito alle sue Ph - sono passati quattro
micro-giorni di spazio tempo ed analizzando luoghi alla velocità
prossima a quella della luce, non vi è riuscito di trovare il nome
di un posto così impervio da poter essere preso in esame?!!”
Minacciò di disattivarle. Non
era facile per le Ph piangere, ma la delusione del tenente era tale
che ne ebbero timore. Abituate a simulare piacere si confusero,
poverine, a questa nuova sensazione! L’ufficiale avvertì il loro
innocente disagio e per tirarle su di morale e rallegrarle promise
che le avrebbe invitate tutte a casa sua, una volta eventualmente
arrivati sulla Terra. A casa sua?! Fu come se l’avesse colpito un
fulmine!! Casa sua! Quanti nano – secoli era che non ci metteva più
piede?! Gli era quasi tornata in mente poco prima, perché era
toccato a lui organizzare la faccenda del colono innamorato di una
salice di tipo excelsior?! E questo “ excelsior” non gli aveva
rievocato un qualcosa che apparteneva al suo più lontano passato …
suo? Per modo di dire! Essendo un cultore di storie di famiglia,
ricordava, della sua, qualcosa che gli appariva confusamente nella
memoria: excelsior? Eccolo là! Era un palazzo dove si organizzavano
strani incontri tra gli abitanti … no, non solo, ma soprattutto tra
gli uomini e l’acqua. L’acqua? Una delle Ph gli venne in aiuto:
forse l’aveva trovato, le era parso di aver letto che esistevano
acque miracolose che aiutavano a bloccare il passare del tempo; ma
non ci aveva fatto caso! Com’era oggi quel palazzo, c’erano state
delle trasformazioni, qualcosa di assolutamente rilevante?
Ricostruzioni, cambiamenti o quant’altro! No, il palazzo era sempre
lo stesso, un bell’esempio di architettura … del tipo … “belle
epoque”, roba di oltre due millenni fa; le acque miracolosamente
salutari, servivano anche per digerire gli alimenti. Aspettate! Mi
segnalano … vi andava, in questo posto, un grande personaggio, un
musicista … che si chiamava … si chiamava …. Eccolo, qua! Si
chiamava Viale, di nome e Verdi di cognome! Ma, millenni addietro!
Non vorrai mica che lo ricordino ancora? Intervenne un’altra Ph:
sembra che di personaggi importanti ci sia andato solo questo Viale
Verdi. Non ricordano che lui. Da controllare il nome, cortesemente,
Viale non è nome umano!! Se, quello che sembra essere questo posto,
fosse vero, potremo andarci anche noi, nonostante non si sia del
tutto umane, ci farebbe un gran bene … Forse anche i nostri più
famosi “ phmeccanodoctor” non conoscono l’esistenza di questo
posto! Al che Ph7 lanciò una curiosa esclamazione. Avevo visto in
tenretni,
un antichissimo sistema di archivio dati geografici, da cui emergeva
l’ esistenza di una specie di stivale in mezzo al mare,
“
Tutto verde e blu:
bellissimo!” - aveva esclamato.
O’nirbalacs si avvicinò al
grande monitor e riconobbe subito di che stivale si trattava! L’area
geografica da cui provenivano i suoi avi, e si chiamava … si
chiamava … “ Ausonia! Ecco! Macchè, Ausonia!! Il suo nome,
aspettate, care Ph, veniva dal nome di un animale che vi era allevato
e si chiamava, se la memoria non mi tradisce, viteliu,
ed proprio per ciò
che questa terra ebbe un primo monarca, insomma un grande capo, che
si chiamava Italo!
“
Bimbe – esclamò entusiasta
il tenente O’missam O’nirbalacs - quello stivale, ne sono sicuro
è l’Italia! Ora, tornate su
tenretni, andate
indietro di diverse ere e digitate le due parole “ acqua ed
excelsior”, vediamo che ne esce!”
Restarono
ammutoliti! Una immagine che risaliva talmente dalla notte dei tempi
da non sembrare attuale. Eppure non erano ruderi o rovine di un
antica città … digitarono antiquagooglemaps
ed un splendido
paesaggio si animò sotto i loro occhi! Ma, mai possibile - si
chiesero subito - che nessuno conosca questo posto meraviglioso! Che
nessuno ne parli … cercate meglio, forse è disabitato, non c’è
né popolazione, né governo … solo questi incredibili giardini!
Attivate l’atmosferometro! Ma … sentite che aria pulita!
Facciamoci un giro di ricognizione con il telehubble … a che
distanza siamo? Ph5 si attivò immediatamente e dopo un attimo
comunicò che si trovavano a circa un parsec dal pianeta Terra. Il
tenente O’nirbalacs si avvicinò a Ph5 e le disse sibilando di non
farlo più! Che voleva dire con “circa un parsec”? Sapeva o no,
quel genio di Ph5, cosa voleva dire “circa”? Poi pensò che
queste ragazze così simili agli umani ne stavano acquisendo tutta la
superficialità! 3.26 anni luce non sono una gran distanza, ma
definirla con un circa … Ph5 arrossì di vergogna … la sua
similpelle aveva reazioni molto curiose! Con un fil di voce chiese se
poteva dire ancora due parole. O’nirbalacs la guardò sorridendo, e
l’autorizzò a parlare.
“Se
atterriamo nel deserto del Sael tra sei giorni terrestri, se non ci
sono tempeste solari di disturbo, traslare l’equipaggio su questa
località lo si può fare in 18 nano secondi e tre decimi” Aveva
imparato la lezione! “Verificate ancora meglio questa località,
scoprite il suo nome e vedete che giorno è, oggi, da loro;
analizzate la possibilità di ospitare tutto l’equipaggio
dell’astronave, a seconda delle singole responsabilità e …
guardate se potete trovare delle notizie sulle possibilità di svago,
di divertimenti e quant’altro. Attente però, se fosse un posto
dove vi si desse troppa importanza alla cultura con teatri, concerti,
balletti e, peggio, concorsi letterari … ditemelo subito che
cerchiamo qualcos’altro!
Il
tenente O’missam O’mirbalacs si sdraiò sul suo grandissimo
letto, sorridendo sotto i baffi. Avrebbe mai rivisto lo splendido
paese dei suoi avi? Rivisto! Lui non ci aveva quasi mai vissuto,
forse da piccolo, ma roba di cento dieci anni fa! Un leggero bussare
alla porta … entrate! Come un nugolo di ballerine le sue Ph
sfilarono davanti ai suoi occhi. Ed ecco le loro scoperte, fatte
intervistando nel loro sonno, gli abitanti.
Ph1:
il posto ha una prestigiosa storia antica …. di questa storia gli
abitanti non ne sanno quasi niente. E’ un territorio tra i più
belli, sulla Terra.
Ph2:
Lo chiamano Catin del Monte, al centro di una valle che prende il
nome dalle nuvole, o forse peggio, dalla nebbia. Sembra che il suo
nome nasca da una storica battaglia tra due eserciti. Il capo di uno
di loro, sconfitto, se ne andò a morire su un delizioso colle che
sovrasta la città. Costui si chiamava Catilina, da cui Catin del
Monte. Mi si dice che un tal Leopoldino di Toscana, bonificasse,
parecchio tempo dopo questa guerra, il territorio e già da allora,
come da tanti millenni prima, c’erano delle fonti di acque
miracolose, del cui valore pochi, oggi, ne sanno, ma che lui, questo
Leopoldino, ne avesse subito capito il fantastico valore.
Ph3:
Non se ne capisce il perché, ma ancora oggi esiste una grande
attrezzatura per l’ospitalità, la chiamano “alberghi” e che
potrebbe facilmente accogliere tutto l’equipaggio, anche perché è
in gran parte inutilizzata … magari andrebbe rinfrescata.
PH4:
Il paese potrebbe vivere sulla ricchezza dei pozzi del suo
territorio, ma sembra che gli abitanti locali o non ci credano o se
ne siano dimenticati, o pensano, dicono le cronache, che meglio
sarebbe farne, di tutto il paese, un luna park … chiedo scusa, ma
non so cosa sia un luna park! Intanto, forse per cominciare, hanno
piazzato una giostra nella piazza principale, che già di per se,
senza la vecchia chiesa, così mi hanno detto, non è più bella come
prima. Così mi dicono!
Ph5:
Contraddico! Ecco il risultato della mia indagine: molti di loro
sono coscienti della loro ricchezza, ma per farla tornare su dai
pozzi, bisognerebbe che questi fossero conosciuti in tutto il mondo
per i loro grandi benefici curativi. E loro, gli abitanti, o ne sono
gelosissimi, oppure non hanno la più pallida idea su come fare, o
far fare. Aspettate! C’è una … una … come si chiamano? Ah! Si,
una fotografia, anzi due! La prima ritrae un uomo e una donna che
fanno un pediluvio seduti su delle sedie dentro una bellissima vasca
azzurra, e l’altra ritrae una giovane femmina umana che mostra il
sedere, stando in piedi su due ruote in un giardino! Che avranno
voluto dire?! Non credo volessero comunicare qualcosa circa i
benefici dei pozzi!!
Ph6:
Ho interpellato un anziano, che credo sia un doctor, come i nostri
phmeccanodoctors, sembra che queste acque rallentino il passare del
tempo ringiovanendo le funzioni pietrificate dei corpi umani. Sembra
che, chi dovrebbe occuparsene, abbia perso la strada per informarne
l’umanità. Non solo ma, interrogato, questo vecchio doctor,
durante il sonno, raccontava che nelle scuole di medicina non
insegnano più, ai futuri doctor, i benefici delle acque dei pozzi.
Vi riporto la sua denuncia, ma non so dirvi cosa si voglia
significare con la parola “medicina”.
Ph7:
C’è da stare tranquilli, non ci sono attività cosiddette
culturali di non nessun tipo, anzi sembra che tutto si congelasse
secoli fa, quando ad una particolare proposta, forse di creatività
culturale, un membro del governo si dichiarasse stufo di tali
iniziative e proponesse d’invitare una famosa donnetta che faceva
buffo e penosissimo spettacolo di una sua farfalla! C’è solo, a
proposito, un qualcosa che riguarda la bellezza delle donne, una cosa
così vecchia che sembra fosse già obsoleta quando nacque e già da
allora non interessasse a nessuno. Scusate! Un particolare: questa
cosa non veniva realizzata senza grandi costi, che sembra nel tempo
non rendessero niente. C’è da segnalare che c’erano e ci sono
anche tante ipocrisie, invidie e cattiverie, in giro!
Ph8.:
Ho letto la cronaca di ieri su un monitor che si chiama “thenation”:
sembra che il governo locale discutesse, nell’ultima riunione, su
come eliminare la linea della ferrovia – non so cosa sia- questa
linea divide in due il paese. Discussione troncata dall’osservazione
di un vecchissimo abitante che, presente alla riunione, informò,
seduta stante, il governo che il cosiddetto treno non esisteva più
da diversi secoli, tra le risate generali.
Ph9:
C’è comunque da stare sereni, è un posto ideale per una vacanza,
tra un viaggio intergalattico e l’altro! Ho scoperto infatti che
anche quando viene fatto qualcosa di bellissimo, ad esempio un
concerto con una grande orchestra, una straordinaria mostra, la
realizzazione di una permanente d’arte d’interesse cittadino, gli
abitanti, gelosissimi, come si diceva, non lo dicono a nessuno! Non
informano né la stampa terrestre né quella del loro sistema solare.
Forse sembra ignorino, per nostra fortuna, l’importanza della
comunicazione.
Ph10:
Signor Tenente O’nirbalacs, a noi sembra il posto più bello del
mondo! L’unico guaio è che dovremo trasportare le nostre piscine
perché la loro, ad oggi 29 marzo 4013 dell’era fotonica, è ancora
in costruzione! In compenso ci sono colline meravigliose, paesaggi
bellissimi e fantastici campi da tennis! Però non so cosa sia, il
tennis!
Ph14:
Di positivo c’è che questa città è stata la prima ad inventarsi,
più di duemila anni fa, sembra per iniziativa di un famoso doctor di
allora, una zona franca dai rumori, in certe ore del giorno e della
notte, tanto che anche le rare mosche svolazzavano con il
silenziatore. Va notato che alcuni secoli fa rinunciarono a tante
spese superflue … tra le più famose rinunce fu quella di erigere,
per esporla solo una settimana, una copia della Torre Eiffel, o di
una ballerina grande come una torre, nella piazza centrale e spesero
la stessa cifra per progettare un corridoio sotterraneo per far
attraversare tutta la città, in largo ed in lungo, a quelle..
quelle.. come le chiamavano? Ah! Si, automobili!
Signor Tenente! Mi auguro che
lei sia soddisfatto del nostro lavoro! Qui può riposare in santa
pace e, tutto l’ equipaggio, ritrovare lo star bene con se stessi,
noi Ph comprese!
Grazie,
ragazze! Avete fatto un buon lavoro. Vi farò da guida, portandovi in
giro per meravigliosi castelli! Degni anche dei trentaseimila di
Marco Tullio Varrone, e di tutte le divinità della Terra! D’accordo,
proporrò all’Ammiraglio una vacanza per tutto l’equipaggio in
questo inalterato e splendido luogo … come avete detto che si
chiama? Ah! Si! Catin del Monte … ma … e le fonti? Ci sono
ancora, vero?! Gli cambierei nome per presentarlo meglio … lo
chiamerò,
Montecatini Terme!
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